Nel processo in Corte d’assise per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Laura Ziliani, che vede imputate le figlie Silvia e Paola Zani e il fidanzato della maggiore (e amante della minore) Mirto Milani, ha deposto Greta Galluzzi. Si tratta dell’operatrice al Caf di Lecco, specializzata in dichiarazioni di successione, che ha ricevuto una telefonata sul posto di lavoro nel maggiore 2021. «Mi chiamò una donna dicendomi di essere la mamma del fidanzato di una ragazza la cui madre era scomparsa nei giorni precedenti, a Temù, nel bresciano». Un aspetto giudicato molto strano, perché all’epoca si chiese come mai la signora non si fosse rivolta ad un centro nella sua provincia.
«Mi chiedeva come svincolare i suoi conti correnti», ma allo stato «la persona risultava solo sparita, quindi i conti non potevano certo essere svincolati». Quella donne però fu particolarmente insistente: «Le figlie sono sole, il padre è mancato, quindi hanno urgenza per la sorella affetta da disabilità». L’operatrice le consigliò di «rivolgersi al un legale». Poi su internet cercò di capire di che vicenda si trattava.
LAURA ZILIANI, PARLA L’AMICA DELLA VITTIMA
«Lessi della scomparsa di una vigilessa ma la Protezione civile la stava ancora cercando», ha dichiarato in aula Greta Galluzzi. Anche un’amica della vittima, Nicoletta, residente in una casa di Temù a pochi metri da quella di Laura Ziliani, ha ricordato che la mattina dell’8 gennaio 2021, quella in cui la donna sarebbe stata uccisa e sepolta lungo l’argine dell’Oglio la notta precedente e ritrovata tre mesi dopo, alle ore 7:10 vide le luci accese della camera di Laura Ziliani, «e in entrambi i bagni». Un altro aspetto strano, perché «le ragazze in genere dormono fino a tardi». La mattina dopo, quando già le ricerche erano cominciate, Mirto Milani portò l’amica della vittima nell’atrio, «aprì il frigo, mi mostrò una torta e mi disse che Paola e Silvia l’avevano preparata per la Festa della mamma. Aggiunse che due giorni prima Laura era uscita alle 7:16 per un’escursione: ricordava l’ora precisa perché stava guardando un film su Netflix con Silvia e l’aveva vista sul monitor della tv». Invece, il pomeriggio dell’8 maggio i genitori del ragazzo si sono recati nell’appartamento di Laura Ziliani, «hanno cambiato anche le tende, e una settimana dopo, quando i ragazzi sono scesi in città, ci sono rimasti da soli».
LAURA ZILIANI, I CONSULENTI MEDICO-LEGALI
Hanno testimoniato anche i consulenti medico-legali incaricati dal pm Caty Bressanelli. Secondo Andrea Verzeletti, direttore dell’Istituto di medicina legale del Civile, il periodo del decesso è compatibile con l’ultimo giorno in cui è stata vista viva. E Laura Ziliani sarebbe stata sepolta subito dopo l’omicidio, la notte tra il 7 e l’8 maggio. Sono state confermate anche le cause della morte. «Nel corpo della vittima abbiamo riscontrato la presenza di tre diverse benzodiazepine in concentrazioni certamente inferiori rispetto a quelle presenti al momento della morte». Riguardo le capacità di reazione della vittima, l’ipotesi è che fossero «ridotte» proprio a cause di tali sostanze, per di più mischiate tra loro, e che sia stata poi soffocata verosimilmente con un sacchetto di plastica, stretto al collo di Laura Ziliani col cavo di una prolunga perché «troppo piccolo». Durante l’autopsia non sono stati riscontrati segni di lesioni, ma «può capitare, qualora fosse già in fase asfittica». Gli esperti escludono che sia stata sepolta viva, anche se a Mirto Milani venne il dubbio. Infatti, ad un ex compagno di cella raccontò di una serie di convulsioni durante il trasporto del corpo. «Mirto prima ammise, poi cambiò versione, sapendo di essere intercettato, dicendo fossero le sostanze che Laura avrebbe potuto utilizzare per avvelenarli».