Omicidio di Laura Ziliani, una sua amica la incontrò dopo che la donna aveva bevuto una tisana avvelenata, forse mescolata con dell’antigelo. Questa stessa amica e vicina di casa ha parlato ai microfoni di Pomeriggio Cinque nella puntata di venerdì 21 ottobre, respingendo anche qualsiasi insinuazione che l’ex vigilessa avesse mai cercato di avvelenare le due figlie. “L’ho incontrata nel parcheggio del nostro palazzo” dopo che aveva bevuto la tisana, racconta l’amica di nome Rina. “Mi sembrava una cosa strana, perché la sua macchina era guidata da Silvia, la figlia più grande, lei era dietro con l’altra figlia. Non era mai successo” e aggiunge che “ nel salire le scale le ho chiesto ‘Laura ma stai bene?’ e mi ha detto ‘no, non sto tanto bene’. L’ho vista strana, la sorreggevano le figlie”.
E in merito alle recenti testimonianze rilasciate dal trio diabolico che si è reso colpevole del suo omicidio, Rina afferma che “mi sembra una cosa assurda, Laura era una mamma, una donna per bene ce le ha cresciute da sole e ha fatto un sacco di sacrifici per tirarle su”. E in collegamento con Barbara D’Urso commenta l’insinuazione delle figlie che Laura Ziliani potesse aver messo della candeggina nel loro latte: “quello che dicono adesso è una cosa assurda, non è vero”. Rina è anche stata l’ultima persona ad aver visto Laura Ziliani: “mi ha raccontato che andava a Temù per la festa della mamma a festeggiare insieme alle figlie”. Una festa che si è trasformata in un tragico delitto. (agg. Marta Duò)
Confessioni del trio diabolico sull’omicidio di Laura Ziliani
Nelle ultime ore si parla molto delle testimonianze di quello che è stato definito il trio diabolico, colpevole dell’omicidio di Laura Ziliani. Il trio, composto dalle figlie della vittima, Silvia e Paola, assieme a Mirto Milani. Il corpo di Laura Ziliani è stato trovato l’8 agosto, quasi sepolto sul letto del fiume Oglio, nel territorio di Vione. Dalle indagini è emerso che la donna sarebbe stata prima drogata con delle benzodiazepine, poi uccisa e scaricata non troppo distante da casa sua.
In seguito al ritrovamento del corpo di Laura Ziliani, gli inquirenti hanno subito cominciato a pensare che le figlie potessero c’entrare qualcosa. La svolta è arrivata grazie ad un vicino di casa, che ha raccontato che il 25 maggio aveva visto una coppia comportarsi in modo strano, vedendoli poi entrare nel bosco di soppiatto. Sceso per controllare il luogo dove c’era la coppia, il testimone avrebbe rinvenuto una scarpa di Laura Ziliani. L’accusa arrivò piuttosto velocemente, mentre il movente fu individuato in interessi economici che il trio diabolico aveva. Durante l’interrogatorio, però, i tre avrebbero fornito una spiegazione differente del movente.
Omicidio Laura Ziliani, il trio diabolico: “Convinti che volesse ucciderci”
Durante la diretta di Ore 14 sono state lette le trascrizioni delle testimonianze del trio diabolico. In particolare è stata Silvia Zani ad aver fornito la spiegazione più lunga, sostenendo che abbiano agito per legittima difesa, convinti che la donna volesse ucciderli. “Siamo stati effettivamente noi ad uccidere mia madre“, ha confessato subito Silvia, “il ritrovamento del corpo sarebbe è dovuto ad una fatalità”.
“Eravamo disperati”, sostiene Silvia, figlia di Laura Ziliani, “per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare”. “Secondo la mia idea”, ha continuato, “si sentiva intrappolata con 3 figlie, di cui una disabile e pensavamo volessi liberarsi di noi”. Confessa anche che la premeditazione dell’omicidio sarebbe cominciata “già nell’estate del 2020”. Sulle accuse di volerle uccidere, invece, Silvia racconta che “in un’occasione nostra madre aveva messo della candeggina nel latte, e in un’altra una sostanza caustica nel salino”, allora “ne parlammo io e Mirto, poi anche con mia sorella Paola, ma lei non voleva saperne nulla”.
“Dopo che mia madre mangiò i muffin con le benzodiazepine”, ha raccontato Silvia Zini riguardo alla notte dell’omicidio di Laura Ziliani, “iniziammo a cercare di capire come proseguire. Ero convinta e decisa, sono entrata nella camera da letto, le ho messo le mani attorno al collo, mentre Paola la teneva ferma. Mirto è entrato e ha messo lui le mani sul collo di mia mamma, mi ha dato il cambio per così dire”. “Non abbiamo mai pensato che potessero prenderci, tutto doveva morire lì e non ne avremmo più parlato”, conclude.