Silvia Paola, le figlie di Laura Ziliani, hanno rivelato all’interno delle loro confessioni ulteriori inquietanti dettagli in merito al delitto, avvenuto il 7 maggio 2021 a Temù. I verbali degli interrogatori sono stati resi noti da Quarto Grado. Di fronte agli inquirenti, le assassine e il fidanzato Mirto Milani sostengono di avere ucciso la donna poiché pensavano che lei avesse intenzione di fare lo stesso con loro. “Credo che mia mamma non fosse contenta di averci come figlie. Era molto esigente, spesso ci criticava per l’aspetto fisico. Voleva avvelenarci perché avevamo le proprietà cointestate”, ha raccontato Paola.



È per questo motivo che, secondo la difesa, il trio avrebbe attuato il piano. “Prima del 7 maggio, ci sono stati altri quattro tentativi di omicidio. “Il primo ed il secondo con l’antigelo in una tisana, il terzo con del ricino in una torta”, ha aggiunto. Una versione che Silvia conferma. “Guardando ‘Dexter’ scoprimmo che l’aconito non lasciava tracce nel corpo, ma non siamo riusciti ad estrarlo. Con ‘Breaking Bad’ abbiamo saputo poi che si poteva usare anche la ricina. Abbiamo messo la polvere nei bocchettoni dell’aria dell’auto di mia madre pensando che potesse respirarla, ma non ha funzionato”.



Laura Ziliani, le figlie: “Tentammo di ucciderla 4 volte”. Il giorno dell’omicidio

È soltanto il 7 maggio 2021 che Paola Silvia, le figlie di Laura Ziliani, riuscirono ad ucciderla. “Abbiamo cucinato una torta e ci abbiamo messo il benzodiazepine. È stata una idea di Mirto, in modo che fosse tranquilla e non si ribellasse”, ha ricordato Silvia. “Quando mia mamma è arrivata, ha mangiato e poi è andata a dormire. Abbiamo aspettato, poi ci siamo vestite con le maglie a maniche lunghe per non farci graffiare, i pantaloni, un doppio paio di guanti di lattice e una cuffia da piscina. La luce era spenta. Io e Silvia ci siamo avventate. Lei si agitava. Io avevo il compito di tenerla ferma, ad un certo punto ho pensato che mi avesse rotto un dito”, ha raccontato Paola.



Un racconto che combacia con quello di Silvia. “Sono entrata in camera da letto e ho provato a strangolarla mentre Paola la teneva ferma, ma ha iniziato a rantolare. Pensavo sarebbe durato pochi secondi, ma è uscito un pasticcio. Mirto quindi ha iniziato a strangolarla lui, mentre io sono andata in cucina e ho preso un sacchetto dell’immondizia blu e gliel’ho infilato in testa. Respirava ancora, infatti si gonfiava e si sgonfiava. Le ho detto “muori, putt*na”. In quel momento la odiavo”.