A Mattino5 si torna a parlare del caso di Laura Ziliani, la vigilessa di Temù uccisa un anno fa, e per il cui omicidio hanno confessato Mirto Milani e le due figlie Paola e Silvia. Emanuele Canta, in collegamento con il programma di Canale 5 ha raccontato: “Mirto Milani lo scorso martedì dopo la confessione era stato ricoverato in ospedale, piantonato, adesso è tornato in carcere, non vi sarebbero più condizioni di rischio. Si trova in cella con altri due detenuti, c’è sempre una sorveglianza più attenta avendo minacciato il suicidio”.
Lo stesso giornalista del programma del quinto canale si è recato nuovamente presso la famosa buca scavata per occultare il cadavere di Laura Ziliani, scelta poi accantonata: “Questa è la buca scavata secondo gli investigatori da Mirto, Paola e Silvia, non molto profonda, 70/80 cm e neanche troppo lunga e forse per questo le dimensioni non adatte a contenere il corpo, forse uno dei motivi principali per cui la donna non è stata sepolta qui. Dalle parole emerge che la buca era stata preparata un mese prima dell’omicidio, ovvero il 16 aprile quando avevano tentato di avvelenare la donna con una tisana. in quell’occasione Laura Ziliani è rimasta stordita, 36 ore di sonno, Mirto sembrava il meno convinto poi la dinamica è cambiata. Qui vedete tante pietre e fanno pensare l’intervento di due o tre persone. Poi hanno cambiato luogo”.
LAURA ZILIANI: “FA RIFLETTERE TUTTE QUESTE DONNE COMPLICI DI OMICIDI…”
L’inviato di Mattino5 aveva provato tempo fa a intervistare anche la mamma di Mirto Milani, la signora Mirna, ma la stessa aveva risposto con aggressività: “Non ho niente da dire, chiamo i carabinieri”, per poi spintonare l’inviato e cercare di colpirlo con un sacchetto. Ricordiamo che la donna, il giorno dopo la scomparsa di Laura Ziliani, aveva dormito nel letto della stessa vittima.
“Quello che mi fa impressione in queste storie è la quantità di donne complici – le parole dell’avvocato Anna Maria Bernardini De Pace, in collegamento sempre con Mattino5 – ormai la parità c’è anche questo, figlie, mamme… tutte complici e partecipi della violenza anche in prima persona, questo ci deve fare preoccupare, c’è la parità anche in questo. Come genitori dobbiamo interrogarci e intervenire”.