Un’immagine esclusiva quella trasmessa ieri sera da Quarto Grado a proposito del caso Laura Ziliani. Nella foto mandata in onda dalla trasmissione di Gianluigi Nuzzi si vede la macchina di una delle figlie dell’ex vigilessa morta a Temù. Posizionato sul portapacchi dell’auto si vede chiaramente un materasso. La macchina si trova sulla pesa a ponte, la bilancia che c’è nelle discariche comunali. Il giornalista Giorgio Sturlese Tosi spiega che “in realtà le figlie fanno più viaggi verso la discarica proprio per portare più materiale“. La foto in questione è stata scatta alle 10:30 dell’8 maggio, quindi il giorno della scomparsa ma prima della denuncia della scomparsa di Laura Ziliani. La macchina è importante perché come quella di tutti gli indagati sarà analizzata dal Ris dei Carabinieri che cercheranno di trovare tracce di Laura non sul sedile o nell’abitacolo, ma soprattutto nel bagagliaio. Un addetto della discarica, sentito da Quarto Grado, ha detto: “C’erano materassi distesi, non arrotolati. Non c’era niente di troppo strano. Erano con una macchina. I carabinieri sono venuti a vedere i filmati, hanno fermato il cassone e hanno fatto le loro indagini. Se la macchina era piccola per portare i materassi? Tiri giù i sedili e in macchina entra tutto. Che io sappia non erano in tre, c’erano solo le due ragazze, poi magari mi sbaglio“. (agg. di Dario D’Angelo)



Laura Ziliani, il caso della vigilessa morta a Temù

Inizia l’8 maggio scorso il giallo di Laura Ziliani, ex vigilessa 55enne misteriosamente scomparsa e trovata morta tre mesi dopo a Temù, in Val Camonica. In arresto per omicidio volontario e occultamento di cadavere sono finite due delle tre figlie della vittima, Paola e Silvia Zani ed il fidanzato della prima, Mirto Milani. Il caso sarà affrontato questa sera dalla trasmissione Quarto Grado durante la quale saranno svelate tutte le ultime novità sul giallo.



Dal carcere dove sono detenuti, tutti e tre continuano a restare muti e a non dare alcuna risposta. Da due settimane, hanno deciso di trincerarsi dietro un muro di silenzi anche se dalle lunghe indagini eseguite dai carabinieri di Breno sarebbe emersa la fitta rete di bugie ed i numerosi tentativi di depistaggio messi in atto al solo scopo di uccidere la donna ed impossessarsi del suo vasto patrimonio. Chi indaga è a caccia del collante tra i tre indagati e pare che proprio il ragazzo possa essere il burattinaio delle due sorelle, ma tutto potrebbe presto cambiare. Intanto il trio “criminale” come viene descritto nell’ordinanza di custodia cautelare, ha scelto di non proferire parola. Le due sorelle sono entrate nel carcere di Verziano mano nella mano ed attualmente dividerebbero la stessa cella mentre Mirto si trova nel carcere di Mombello. Stando a quanto spiegato a Fanpage.it dal garante dei detenuti di Brescia, i tre sarebbe stati messi in isolamento preventivo come previsto dalle norme anti-Covid.



Laura Ziliani, le paure per la terza figlia

Anche in occasione del loro interrogatorio davanti al Gip, le due figlie di Laura Ziliani, ascoltate per prime, si sono avvalse della facoltà di non rispondere, e così è avvenuto successivamente per Mirto Milani. Nessuna dichiarazione neppure da parte della difesa comune dei tre imputati. Da quanto si apprende, i legali non avrebbero presentato al Tribunale del Riesame alcuna istanza di scarcerazione.

Il Garante ha raccontato ancora a Fanpage.it di non aver ricevuto alcuna richiesta di incontro da parte del trio: “Non li ho ancora visti e non so quando li vedrò. Finché non hanno delle necessità loro e non chiedono di parlare con me o fin quando non subentrano delle condizioni tali da rendersi necessario l’intervento del garante, non avrò nulla da dire”. Intanto emergono le preoccupazioni che Laura Ziliani nutriva nei confronti delle due figlie e del ragazzo. “Temeva che le succedesse qualcosa”, ha svelato il sindaco di Temù Giuseppe Pasina, intervenuto alla trasmissione Mattino Cinque. Che mirassero al suo patrimonio, forse Laura lo sospettava da tempo, almeno stando alle parole del primo cittadino: “Laura era preoccupata anche per la terza figlia, Lucia. Temeva che le due figlie avessero l’obiettivo di farsi dare la delega della sua tutela perché così avrebbero ottenuto la gestione di tutto il patrimonio”. Secondo il sindaco inoltre Mirto non era visto di buon occhio dai genitori delle due ragazze. “Laura diceva che non andava bene questo tipo di rapporto, che lui si era impossessato della gestione dei lavori e del b&b che avevano realizzato e non era d’accordo”, ha spiegato Pasina. A quanto pare la donna era a conoscenza che oltre alla relazione con la figlia Silvia, Mirto portava avanti anche il rapporto con Paola.