Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c’è spazio anche per la riforma delle lauree abilitanti. Non una vera e propria rivoluzione come appariva inizialmente, perché sono arrivate le precisazioni di Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia. «L’ipotesi di lauree idonee da sole a far conseguire abilitazioni professionali non trova applicazione né per gli avvocati né per altre categorie professionali come i commercialisti, gli ingegneri e i notai», ha precisato. Si tratta infatti di «percorsi professionali che, per specificità, sono esclusi da tali eventuali ipotesi». Nel testo era presente una formula generica in cui si riportava che tale riforma «la semplificazione delle procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni», così da rendere «l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato». In questo modo si semplifica e velocizza «l’accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati». Un’idea già proposta dall’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi, con l’obiettivo di rendere più rapidi i processi di abilitazione alle professioni. Ma non per tutte.



RIFORMA LAUREE ABILITANTI, MA PER CHI?

L’ipotesi al vaglio nell’ambito del Recovery Plan italiano, che è in discussione nel Consiglio dei ministri, è di togliere l’esame di Stato per Medicina, Odontoiatria, Farmacia, Medicina veterinaria e Psicologia. Il provvedimento semplificherebbe il passaggio di abilitazione per chi studia in queste facoltà. Ma questa novità impone una riorganizzazione importante per gli ordini professionali. Si pensi, ad esempio, all’aspetto della formazione offerta per le prove. Ma le novità non riguardano solo percorsi in ambito sanitario, perché si aggiungeranno le lauree professionalizzanti per edilizia e territorio, tecniche agrarie e alimentari e forestali, le tecniche industriali. Questo vuol dire che le lauree sono abilitanti anche per le professioni si geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale. Il tirocinio abilitante che è previsto in questi casi sarà svolto dallo studente durante gli anni universitari, invece, l’esame di Stato coinciderà con quello di laurea. Pertanto, al momento della proclamazione, lo studente avrà tutti i titoli per esercitare la professione.

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