LAUREL HUBBARD, PRIMO TRANS ALLE OLIMPIADI

La notizia di Laurel Hubbard che parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo, nella gara del sollevamento pesi femminile, ha agitato il mondo dello sport. Il motivo? All’anagrafe, Laurel Hubbard sarebbe Gavin: nato maschio, ha preso la decisione di cambiare sesso a 35 anni e così potrà ora prendere parte ai Giochi, secondo le nuove regole del Cio, sotto la bandiera della Nuova Zelanda. I transgender possono gareggiare nella categoria femminile qualora abbiamo un livello di testosterone al di sotto dei 10 nanomoli per litro, per almeno 12 mesi prima della competizione.



Dal punto di vista strettamente legale e normativo Hubbard può gareggiare nella categoria femminile, e la notizia ovviamente è stata accolta con favore dai sostenitori dei diritti LGBT. C’è però l’altra faccia della medaglia: ovvero, che non basta il calo del testosterone per annullare il vantaggio che i transgender hanno sulle donne, e questo dovrebbe essere acclarato. Ci si chiede, ed è stato fatto, quale sia il senso di fare sport davanti a queste notizie; soprattutto Hubbard, che è figlia (o figlio) dell’ex sindaco di Auckland, parteciperà alle Olimpiadi e questo ha tolto spazio ad un’atleta donna, visto che l’Oceania può portare un numero limitato di atleti.



LE RIPERCUSSIONI DEL CASO HUBBARD

A quanto si legge su La Verità, l’atleta esclusa dal sollevamento peso femminile alle Olimpiadi di Tokyo sarebbe Kunini Manumua, delle Isole Tonga; ricordiamo che Laurel Hubbard, prima di cambiare sesso, aveva stabilito il record juniores di sollevamento pesi ma poi nella carriera da professionista non aveva vinto alcunchè, facendolo invece una volta diventato trans, con oro agli Open di Melbourne e doppia vittoria ai Giochi del Pacifico, due anni fa nelle Samoa. “Il divario di prestazioni è più evidente nelle attività sportive che si basano sulla massa muscolare e sulla forza esplosiva: così ha riportato il Daily Telegraph. E così, mentre il membro del Comitato Olimpico neozelandese Kereyn Smith si è detto soddisfatto della partecipazione di Laurel ai Giochi, altre voci sono contrarie: dal primo ministro samoano Tuilaepa Sa’ilele Malielegaoi (“non è facile per le atlete allenarsi a lungo per poi vedere che vengono permesse cose così stupide”) alla sollevatrice di pesi belga Anna Vanbellinghen che ha parlato di un “brutto scherzo”, ricordando che la situazione è ingiusta per lo sport perché “ad alcune atlete vengono tolte opportunità che cambiano la vita, e noi siamo impotenti”.

Leggi anche

Milano Cortina 2026: presentate le Olimpiadi della Cultura/ Lombardia: "3mln per sostenere i progetti"