Il gas russo ancora in Europa

Il prezzo del gas scende ogni giorno e complice l’inverno mite, sono stati utilizzati al minimo gli stoccaggi. I costi altissimi di inizio stagione sembrano ormai lontani e la domanda industriale e termoelettrica è in calo in tutta Europa. L’emergenza, dunque, sta rientrando e il gas russo, nonostante la guerra in Ucraina ancora in corso, continua ad arrivare in Europa attraverso due linee: la prima è quella turca di Turkstream, che porta il gas in Bulgaria con volumi attorno ai 30 milioni di metri cubi al giorno, mentre la seconda arriva in Austria.



La seconda linea passa per l’Ucraina ed entra in Austria dopo aver attraversato la Slovacchia: ha volumi tra i 20 e i 24 milioni di metri cubi al giorno. L’Austria e il suo bilancio fisico del gas sono al momento sotto l’attenzione del mercato, come rivela La Verità. A dicembre 2022 infatti il peso dell’import dalla Russia è tornato a crescere, superando l’80% delle importazioni totali. Il livello delle importazioni austriache è tornato infatti al livello precedente alla guerra.



Perché l’Austria compra ancora dalla Russia

Come spiega La Verità, la principale utility austriaca del gas, Omv, ha infatti contratti con Gazprom che scadono nel 2030, come confermato anche dal cancelliere austriaco Karl Nehammer. “Se i russi continuano a consegnare non posso vietare a Omv di adempiere agli obblighi contrattuali”, ha spiegato. Non è l’unica compagnia in Europa in questa situazione: Eni allo stesso modo ha impegni di acquistare gas dalla Russia fino al 2035. La compagnia italiana starebbe valutando diversi scenari. Al momento, comunque, non c’è un embargo sul gas russo sancito da un’autorità statale o dall’Unione Europa né impedimenti tecnici e fisici relativi ai gasdotti.



In questa situazione, il ministro austriaco dell’energia Leonore Gewessler ha chiesto ai cittadini di consumare di meno: “Non siamo ancora fuori pericolo”, ha affermato, spiegando che il risparmio di gas lascerebbe i depositi meno vuoti in vista del prossimo inverno. I contratti con la Russia prevedono la clausola take-or-pay per cui se il gas non viene prelevato dal compratore, deve comunque essere pagato.