Tra scontro, opposizioni e referendum, entra sempre più nel vivo il percorso dell’autonomia differenziata che è diventata ufficialmente legge lo scorso 13 luglio attirando immediatamente le attenzione di quattro regioni che saranno le ‘pioniere’ del percorso differenziato: si tratta di Veneto, Lombardia – che per prime e da sempre sono state le più ferme sostenitrici della legge Calderoli -, Piemonte e Liguria; con la prima che ha chiesto il trasferimento di tutte e 9 le materie ‘non Lep’ (a breve ci arriveremo), la seconda che ne ha esclusa una e le ultime due che si sono fermate a 6 trasferimenti di responsabilità.



Facendo un passetto indietro, è bene ricordare che l’attuale fase dell’autonomia differenziata è una sorta di ‘test’ preliminare che riguarderà solamente alcune materie su cui – per legge – non devono necessariamente essere previsti dei livelli di prestazione essenziali per evitare disparità con le altre regioni non autonome; mentre in questi giorni sono già in corso i tavoli tecnici per definire quei già citati livelli per tutte le altre materie che daranno la spinta definitiva al lungo percorso dell’autonomia differenziata.



Il futuro dell’autonomia differenziata: i prossimi passi che compiranno Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria

Tornando al punto di partenza, a dirsi interessate ai trasferimenti di responsabilità non Lep e al percorso dell’autonomia differenziata – almeno in questa primissima fase – sono state Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria che già lo scorso 27 luglio hanno presentato i documenti necessari per avviare il percorso: il Mef da quel momento ha avuto 60 giorni per avviare i negoziati veri e propri – che si attende partiranno il prossimo 3 ottobre, cominciando dal Veneto – e da quel momento passeranno ancora un massimo di 6 mesi per vedere (previo via libera della Conferenza Unificata, delle Camere, del Presidente del Consiglio e del Parlamento su maggioranza assoluta) il lungo iter concludersi.



Ma entrando ancora più nel merito: quali sono queste materie non Lep dell’autonomia differenziata sulle quali le regioni hanno già chiesto l’avvio dei negoziati con lo Stato? Si tratta di nove aspetti della gestione pubblica immediatamente trasferibili che vanno dalla Protezione civile, al sistema pensionistico, tributario e finanziario, passando per la gestione delle casse rurali e di risparmio, per gli enti e le aziende di credito, per l’organizzazione della giustizia di pace; arrivando anche ai rapporti esteri con l’UE, e al commercio internazionale.

Come dicevamo già in apertura, delle quattro regioni che hanno deciso di entrare nella complessa macchina dell’autonomia differenziata, solamente il Veneto ha chiesto il trasferimento di tutte e nove le materie, mentre la Lombardia ha deciso di fare a meno dell’organizzazione della giustizia di pace e Piemonte e Liguria ne hanno escluse in totale tre (anche se non è ancora chiaro di quali si tratti); il tutto mentre esulta il governatore veneto Luca Zaia che auspica che questa sarà “l’occasione per dimostrare con i fatti che l’autonomia differenziata non è un atto di egoismo“.