Lavinia, investita all’asilo nel 2018: i genitori chiedono un’assistenza H24
Era il 2018 quando Lavinia è stata investita nel cortile dell’asilo di Velletri quando aveva appena 16 mesi. Per l’incidente sono imputate due donne: la maestra che gestiva l’asilo, che non avrebbe sorvegliato sulla piccola, è accusata di abbandono di minore. Sul banco degli imputati anche una delle mamme dei bambini che lo frequentavano, che invece ha materialmente investito la bimba. I genitori, già sottoposti in questi anni ad un dolore inimmaginabile visto che la piccola Lavinia è in stato vegetativo da allora, combattono quotidianamente per vedere riconosciuti i loro diritti e quelli di loro figlia: a loro, infatti, è stata riconosciuta un’assistenza di solamente 12 ore al giorno.
Papà Massimo, a Store Italiane, racconta: “Noi non abbiamo mai avuto 24 ore di assistenza come è ipotizzato per una bambina in stato vegetativo che ha necessità di essere assistita. Noi da 4 anni viviamo con un’assistenza di 12 ore al giorno. Siamo diventati mezzi OSS, la mia compagna è quasi un’infermiera ma ci sono situazioni che non siamo in grado di gestire. Molti volti non abbiamo un’infermiera. L’assistenza domiciliare ospedaliera è molto spesso abbandonata a sé stessa dopo la pandemia”.
I genitori di Lavinia: “Ci attaccano da ogni lato”
La mamma, Lara, è d’accordo con il marito: “Massimo ha descritto perfettamente la situazione. Spesso capita di avere le notti scoperte. Facciamo le notti con tanto amore ma spesso capita di farsi una doccia e andare a lavoro. In questa famiglia vivono anche due bambini piccoli, Margherita ed Edoardo. Dalle 14 siamo soli, nostra figlia non sta bene e spesso le esigenze della sorella vengono messe davanti a loro”. Difficile, infatti, conciliare le esigenze di Lavinia con quelle degli altri due fratelli, che spesso vengono chiamati a fare sacrifici perché il tempo non basta per tutto.
Massimo ha poi proseguito spiegando che, a loro dire, sarebbero state dette inesattezze nel corso dell’udienza: “Nella penultima udienza hanno parlato due donne, due mamme, probabilmente amiche della maestra, che sono andati anche contro i loro figli. Hanno detto che Lavinia si è sottratta al controllo delle maestre: ah, quindi mia figlia si sarebbe suicidata. Nell’ultima udienza la difesa ha chiamato a testimoniare il responsabile della Asl. Secondo loro 12 ore al giorno ci bastano, abbiamo tutto. Ci stanno attaccando da ogni lato”.