Quali sono le regole e i comportamenti che un lavoratore che si ammala di covid deve tenere? Una domanda che probabilmente molti si stanno ponendo e a cui il ministero della salute, tramite nuove indicazioni, ha cercato di rispondere. Ma entriamo nel dettaglio partendo da quanto viene specificato in merito ai lavoratori positivi al covid ma senza sintomi gravi: “Possono rientrare in servizio dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test)”.
Questo quanto specificato precisamente nella circolare ‘Indicazioni per la riammissione in servizio dei lavoratori dopo assenza per malattia Covid-19 correlata’ del ministero, firmata dal direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza. Se un lavoratore invece è positivo ma asintomatico serve invece un periodo di isolamento di 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale servirà un tampone che accerti la negatività.
LAVORATORI COL COVID, LE REGOLE PER TORNARE A LAVORO: FRA CASI GRAVI E CHI E’ ENTRATO IN CONTATTO CON UN POSITIVO
Il datore di lavoro deve inoltre presentare una richiesta telematica tramite il medico competente di una “certificazione di avvenuta negativizzazione, secondo le modalità previste dalla normativa vigente”. Per quanto riguarda invece quei lavoratori positivi e sintomatici in maniera grave, compresi ovviamente i ricoverati in terapia intensiva, serve una visita finale del medico competente. La circolare a riguardo spiega: “Previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione secondo le modalità previste dalla normativa vigente, effettua la visita medica prevista (quella precedente alla ripresa del lavoro a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi), al fine di verificare l’idoneità alla mansione – anche per valutare profili specifici di rischiosità – indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia”. I lavoratori invece positivi a lungo termine, potranno tornare a lavorare dopo il 21esimo giorno di isolamento e dopo il tampone negativo: “Il periodo eventualmente intercorrente tra il rilascio dell’attestazione di fine isolamento ai sensi della circolare del 12 ottobre e la negativizzazione, nel caso in cui il lavoratore non possa essere adibito a modalità di lavoro agile, dovrà essere coperto da un certificato di prolungamento della malattia rilasciato dal medico curante”. Infine il caso di un lavoratore in contatto stretto con un positivo: basteranno 10 giorni di quarantena dall’ultimo contatto, quindi dovrà sottoporsi a sua volta a tampone, e il documento dovrà essere spedito “Dal dipartimento di Sanità pubblica o dal laboratorio dove il test è stato effettuato al lavoratore che ne informa il datore di lavoro per il tramite del medico competente, ove nominato”.