Nel dicembre 2016 il Consiglio europeo ha adottato la Raccomandazione sui percorsi di miglioramento delle competenze e le nuove opportunità per gli adulti denominata poi, almeno tra gli operatori, la “Raccomandazione UP”.  Questa invitava gli Stati membri ad aiutare gli adulti con un basso livello di competenze, conoscenze e abilità, non ammissibili, per ovvie ragioni “anagrafiche” prima di tutto,  al sostegno nell’ambito della Garanzia per i giovani, a migliorare le loro competenze in lettura, scrittura e calcolo e digitali e a progredire verso livelli più elevati del Quadro europeo delle qualifiche (i cd EQF) adeguati al mercato del lavoro di oggi e utili per una partecipazione attiva nella società.



In questo quadro il nostro Paese ha individuato nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle competenze della popolazione adulta l’iniziativa a livello  nazionale che più corrisponde ai principi e allo spirito della “Raccomandazione UP” per lo sviluppo di percorsi di upskilling per adulti ancora troppo poco qualificati. Il Piano è, infatti, il documento di politica per l’apprendimento degli adulti che definisce approcci e obiettivi in linea con la Raccomandazione sui percorsi di upskilling. È stato, nello specifico, approvato durante la seduta della Conferenza unificata Stato-Regioni del luglio 2021 e rappresenta l’esito del necessario, anche costituzionalmente, dialogo tra diversi livelli istituzionali a sostegno di un approccio coordinato ai percorsi di upskilling lungo tutto l’arco della vita.



Si lavora, in particolare, per  rafforzare la governance del sistema di formazione professionale e del lavoro con l’adozione del programma Garanzia di occupabilità per i lavoratori “GOL”. Nella prospettiva complessiva GOL supporta un approccio integrato ai percorsi di aggiornamento delle competenze dove anche i servizi per l’impiego, pubblici e privati, collaborano per fornire servizi integrati e personalizzati, tra cui la valutazione delle competenze e una personalizzazione dell’offerta formativa. Le persone vulnerabili possono poi usufruire dei servizi GOL forniti in collaborazione con altri servizi territoriali quali quelli sociali e sanitari.



A oggi, e il rapporto di Cedefop sul nostro Paese pubblicato nei giorni scorsi questo sostiene, è, tuttavia, possibile concludere che, nonostante i significativi investimenti finanziari e i cambiamenti normativi, un’ampia implementazione della raccomandazione sui percorsi di upskilling in Italia non è ancora sistemica, né sistematica. Vi sono, certamente, e come spesso accade nel nostro Paese, pratiche efficaci e di successo, ma sono, ancora troppo, limitate a territori specifici e non distribuite in maniera armonica su tutto il territorio nazionale.

Anche in questo caso, insomma, resta molto da fare per segnare un Gol al, cronico e per certi aspetti strutturale, mismatch tra le competenze richieste dal mercato del lavoro, e dalle imprese, e quelle in possesso dei cittadini in particolare quelli a maggior rischio di esclusione sociale e marginalità.

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