Il ministro del lavoro tedesco, Huberturs Heil, è intenzionato a proporre una legge che sancisca il diritto a lavorare da casa, quando è ovviamente possibile farlo, anche dopo che la pandemia da coronavirus si sarà placata. A svelare il suo progetto è stato lo stesso Heil, intervistato dai microfoni del quotidiano tedesco più venduto, la Bild. L’esponente del governo Merkel ha specificato che il piano di legge verrà proposto in autunno, e che l’idea è nata alla luce dei numeri importanti degli home workers delle ultime settimane, la cui percentuale è cresciuta dal 12 al 25% durante l’epidemia covid-19, per un totale di circa 8 milioni di persone. “Tutti coloro che vogliono e il cui lavoro lo consente – ha spiegato Heil – dovrebbero essere in grado di lavorare in un ufficio a casa, anche quando la pandemia da coronavirus sarà finita. Stiamo imparando nella pandemia – ha aggiunto – quanto lavoro si possa fare da casa in questi giorni”.



LAVORO DA CASA SIA LEGGE, LA PROPOSTA PRESENTATA GIA’ A DICEMBRE 2019

Heil ha comunque specificato che vuole consentire il lavoro da casa, ma non forzarlo, lasciando quindi alle persone libertà di scelta: lavorare sempre da casa, farlo solamente uno o due giorni a settimana, e via discorrendo. L’idea di rendere legge il lavoro da casa era già venuta ai socialdemocratici di centrosinistra di Heil, lo scorso dicembre 2019, quando cioèò l’epidemia da coronavirus non era ancora sbocciata. Un’idea che però era stata seccamente respinta da Steffen Kampeter, amministratore delegato della Confederazione delle associazioni dei datori di lavoro tedeschi, che aveva spiegato che il lavoro da casa è nell’interesse di tutti quando lo stesso è possibile ed ha senso, ma “le questioni operative e i desideri dei clienti devono svolgere un ruolo centrale”. Kampeter aveva concluso il suo intervento dicendo: “Abbiamo bisogno di una moratoria sugli oneri invece di ulteriori requisiti che limitano la crescita e la flessibilità”.

Leggi anche

Angela Merkel: “frenai ingresso Ucraina nella Nato”/ “Impegno adesione per Putin fu dichiarazione di guerra”CAOS LIBANO/ "Meglio ritirare Unifil, all'Italia non servono vedove di pace"