È ancora difficile immaginare come il mondo del lavoro e l’AI interagiranno nel futuro prossimo, perché non ci sono professionisti ad hoc per gestirla. A rivelarlo, come riportato da Il Foglio, è un report di Confartigianato, che evidenzia quali sono i ruoli che maggiormente mancano nel nostro Paese. Tra questi ci sono proprio quelli capaci di gestire aspetti relativi a big data analytics, internet of things e robot.



È innegabile in tal senso che l’intelligenza artificiale sia un’opportunità unica per diversi settori, ma lo è altrettanto il fatto che essa non possa operare senza un essere umano di riferimento, capace di guidarla nei suoi compiti. Ogni azienda infatti ha esigenze specifiche a cui gli strumenti tecnologici vanno adattati. È per questo motivo che l’assenza di figure specifiche rappresenta un allarme. Esse mancano soprattutto nelle piccole realtà, che non hanno un budget elevatissimo da mettere a disposizione delle risorse. L’unica soluzione in tal senso sembra essere rappresentata dalla formazione.



Lavoro e AI, mancano professionisti con competenze ad hoc: i dati di Confartigianato

I dati di Confartigianato rivelano in modo chiaro come il rapporto tra il mondo del lavoro e l’AI sia ancora un problema importante. Su 449 mila lavoratori con elevate e-skills 4.0 richiesti dalle aziende nel 2023, ne mancano all’appello 246 mila, pari al 54,9%. Una percentuale che è purtroppo coerente con quello che è in generale il fenomeno della mancanza di personale qualificato in diversi settori, che in media negli altri Paesi dell’Ue è meno grave. 

“La carenza di personale qualificato nell’IA – ha affermato Marco Granelli, presidente di Confartigianato – è un’emergenza da affrontare subito con un’adeguata politica formativa. Altrimenti rischiamo di subire soltanto i rischi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, senza riuscire a coglierne le opportunità di nuova occupazione offerta dalle aziende. Ne va anche della competitività dei piccoli imprenditori, impegnati ad utilizzare l’IA con l’intelligenza artigiana per potenziare la qualità made in Italy delle loro produzioni”.