Sul fronte del lavoro, il Governo ha firmato un “pagherò” (a babbo morto?). Nessuno si aspettava che alla fine di marzo venisse a scadenza il blocco dei licenziamenti, ma almeno che si avviassero quelle modifiche che erano circolate nel dibattito sotto il titolo di “blocco selettivo” o di qualche altra definizione simile. Il discrimine – si diceva – riguarderà le aziende che possono ancora avvalersi della Cig ordinaria (più correttamente non quella da Covid-19) e quelle che devono necessariamente usufruire della Cig in deroga. Per le prime si pensava che – avendo a disposizione la possibilità della sospensione dal lavoro per le maestranze in esubero – non si sarebbero impelagate con le procedure del licenziamento, mentre per le seconde sarebbe valso il principio del “hai la bicicletta (la Cig da Covid a spese della collettività)? Allora, pedala (non licenziare per motivi oggettivi né per riduzione di personale)”. Questo scenario è stato posticipato per le aziende del primo tipo, al 1° luglio, per quelle del secondo al 1° novembre, con annessa Cig dedicata appresso come è riassunto nello specchietto a fine articolo. Ciò, in considerazione del perdurare della crisi e del prolungarsi dell’epidemia, al fine di evitare l’impatto sociale ed economico di un boom di licenziamenti. Poi chissà se non diverrà possibile arrivare per inerzia a fine anno.



Si nota subito una discrepanza temporale tra la proroga della Cig in deroga (fino al 31 dicembre) e quella del blocco dei licenziamenti (fine ottobre) per la stessa tipologia di imprese. La spiegazione dovrebbe riguardare che per l’autunno dovrebbe essere pronta la riforma degli ammortizzatori sociali che, ovviamente, approderà nella sessione di bilancio e diventerà legge entro la fine dell’anno (di qui la misura prudenziale – si pensa – della proroga del blocco per tutto il 2021 per le aziende ancora sotto la tutela della Cig da Covid-19). 



In materia di lavoro – almeno in termini generali – non c’è molto altro da aggiungere. L’elenco è presto fatto: rifinanziamento del Fondo sociale per occupazione e formazione; integrazione della Cig per i dipendenti ex Ilva nonché misure a sostegno del settore aeroportuale; un’indennità di 2400 euro per i lavoratori del turismo, termali, stagionali, dello spettacolo e per i lavoratori atipici. Per i lavoratori dello sport  un’indennità tra i 1200 e 1600 euro. Viene rifinanziato il Fondo per il reddito di cittadinanza, incrementato il Fondo per il reddito di ultima istanza per i professionisti; sono contemplate altre misure a sostegno del terzo settore e dei lavoratori in condizione di fragilità. 



Per i lavoratori a tempo determinato è stata prevista la possibilità di un ulteriore rinnovo fino a 12 mesi dei contratti in scadenza, senza condizioni e fermo restando il limite massimo di 24 mesi e per una sola volta. Nel complesso per il sostegno al lavoro e il contrasto alla povertà, sono destinati 8 miliardi. È previsto, poi, un contributo a fondo perduto per tutte le partite Iva per un totale di 11 miliardi (su una platea di 5,7 milioni di soggetti, 3 milioni riceveranno fondi pari a circa 3.700 euro a soggetto). 

Dal ministero del Lavoro giungono poi segnali di iniziative discutibili in tema di pari opportunità: Andrea Orlando ha ipotizzato la creazione di meccanismi di piattaforme anonime che denuncino chi viola l’articolo 27 del codice delle Pari opportunità che prevede il divieto di fare «domande sulla vita personale alle donne al momento dell’assunzione». Gli addetti agli uffici del personale arriveranno al punto di dover registrare i colloqui per le assunzioni di lavoratrici onde evitare ogni accusa di molestie, di stalking, ora anche di violazione delle pari opportunità se si chiedono informazioni sulla vita personale, come se non fossero rilevanti per un’assunzione. 

Proroga della cassa integrazione:

  • per la cassa integrazione ordinaria: previste altre 13 settimane tra il 1° aprile ed il 30 giugno
  • per la cassa integrazione in deroga: ulteriori 28 settimane tra il 1° aprile ed il 31 dicembre.

Blocco dei licenziamenti: fino a giugno per le imprese che beneficiano della cassa integrazione ordinaria e fino ad ottobre per quelle in cassa integrazione in deroga.

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