Ieri è iniziato il semestre europeo di presidenza tedesca dell’Unione europea. Le strane coincidenze della storia danno, pur con tutti i molti limiti del ruolo, la guida, anche formale, dell’Europa, in un momento storico per il futuro, al Paese, obiettivamente, leader. Con il motto “Insieme per la ripresa dell’Europa”, il Governo di Berlino sintetizza lo scopo della sua presidenza: il superamento della pandemia di Covid-19 e la ricerca di risposte alle sfide del futuro.



Queste, si sottolinea, dovranno essere affrontate, già ora, tutti insieme, con l’obiettivo di rendere l’Europa più forte, più equa e più sostenibile. Il compito comune dei leader europei va, infatti, ben oltre gli sforzi immediati, e necessari, per superare la situazione attuale.

In questa prospettiva, Angela Merkel, la Cancelliera d’Europa focalizza la sua, e la nostra, attenzione sui principali processi di trasformazione del nostro tempo come i cambiamenti climatici, la digitalizzazione e il mondo del lavoro in rapida evoluzione.



È diventata, insomma, non più rimandabile la definizione una strategia di crescita che miri a rafforzare l’economia, a salvaguardare l’occupazione e a promuovere, allo stesso tempo, la coesione sociale dell’Europa sulla base di un approccio sostenibile e inclusivo. Questo significa, ad esempio, impegnarsi per garantire il passaggio a un’economia più sostenibile sulla base del piano “green” europeo.

Rafforzare poi il mercato comune è, sempre secondo l’esecutivo tedesco, la chiave per la ripresa. La protezione dei cittadini dell’Unione europea rimane, in ogni caso, la priorità numero uno. Un ruolo fondamentale, in questo quadro, lo svolgeranno, si sottolinea, il Fondo sociale europeo e, più in generale, i vari strumenti finanziari del bilancio europeo. È necessario, inoltre, dare attuazione sistematica alle priorità individuate dal Pilastro europeo dei diritti sociali.



Questi includono, in particolare, lo sviluppo di un quadro europeo per il del reddito minimo, un sistema comunitario per i salari minimi e il rafforzamento del ruolo svolto dalle parti sociali. Si punta poi molto, nelle dichiarazioni programmatiche, sulla necessità di combattere la disoccupazione, specialmente quella giovanile, anche attraverso il finanziamento di linee di credito dedicate.

Le parole, certamente condivisibili, devono, ora, diventare realtà per la Germania ma anche per i Paesi più deboli e maggiormente colpiti dall’epidemia del coronavirus come il nostro. Le proposte e ricette tedesche andranno bene anche per l’Italia? Saremo in grado di implementarle correttamente rilanciando così l’economia e il lavoro a casa nostra?

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