Se il covid ci ha insegnato ad approcciare il mondo del lavoro in un’ottica più umana e compatibile con le proprie esigenze individuali, attraverso lo smartworking che ha segnato un vero e proprio sipario tra ciò che c’era prima del 2020 e ciò che è venuto dopo, qualche azienda italiana ha deciso addirittura di compiere un passo avanti: non pagare il lavoratore sulla base dell’orario di lavoro, ma ragionare sulla base di obiettivi raggiunti.
Lavoro free time: cosa significa eliminare il concetto di tempo
Se il lavoratore si prefigge degli obiettivi da raggiungere per apportare un valore aggiunto all’azienda e decide di farlo con sole due ore al giorno di lavoro, allora può farlo e sarà pagato al raggiungimento di obiettivi e non di orario di lavoro.
C’è di più: se il lavoratore dovesse decidere di entrare in azienda ad orari impensati, ad esempio direttamente la sera per poter svolgere soltanto un’ora di lavoro mentre il giorno dopo dovesse decidere di lavorare un po’ di più, la buona notizia è che può farlo.
Almeno la concessione è stata data dalla Velvet Media di Treviso, un’azienda di marketing all’avanguardia perché ha consentito ai suoi lavoratori di abolire completamente il concetto di tempo da destinare all’azienda, ma stabilire un approccio sulla base dei risultati raggiunti. È quanto raccontato dal titolare di Velvet Media, Bassell Backdounes il quale ha affermato le proprie convinzioni di rendere necessaria la conciliazione tra vita privata e lavorativa perché questo è un requisito fondamentale affinché la persona sia serena e stia bene nel privato, così da essere maggiormente performante anche dinanzi al lavoro al computer.
I capi dei reparti web, social media, copywriting, design, sem e commerciale oggi lavorano già così: portando a termine gli obiettivi raggiunti.
Lavoro free time: il titolare commenta
Il titolare anche affermato di voler migliorare la produttività attraverso l’eliminazione di convinzioni anacronistiche come il lavoro legato all’orario, alla presenza in ufficio oppure al numero di giorni ore lavorate. Infatti conferire fiducia al proprio dipendente non può che creare reciprocità tra il lavoratore e l’azienda. Anche l’approccio ai risultati raggiunti e il rendere il lavoratore maggiormente consapevole degli obiettivi raggiunti dall’azienda, non potrà fare altro che spronarlo a fare ancora meglio.
Si tratta di una sperimentazione unica nel suo genere per quanto concerne il lavoro in presenza, infatti sono già una trentina ai lavoratori che alla Velvet Media hanno le chiavi dell’ufficio e possono aprire quando e come gli pare, anche di notte se decidessero di farlo.
In fondo non è nulla di diverso rispetto a quanto sia stato introdotto con lo Smart working, salvando il caso degli amministrativi che sono legati all’orario di lavoro, almeno per tutti quei lavoratori che svolgono attività digitali.