Durante gli ultimi due anni sono stati effettuati degli studi sull’impatto dell’Intelligenza artificiale (IA) a livello globale, con particolare attenzione alle dinamiche europee e italiane, sottolineando gli effetti specifici sull’occupazione. L’IA, rappresentata da sofisticati programmi software in grado di simulare capacità umane come l’apprendimento e la risoluzione di problemi, ha conosciuto una notevole evoluzione, giungendo alla fase di IA generativa, che sfrutta avanzate tecniche di Machine Learning e Deep Learning per generare dati, compresi testi, immagini e musica, in modo innovativo.
Negli Stati Uniti, l’IA occupa una posizione di leadership, mentre la Cina sta facendo rapidi progressi, adottando l’IA in settori come la sorveglianza di massa e il riconoscimento facciale. A livello europeo, la Germania eccelle nella robotica industriale, il Regno Unito nel settore finanziario e la Francia investe nelle tecnologie per l’automazione industriale, i trasporti e la sanità. A sostegno dell’innovazione, l’Unione europea ha lanciato iniziative come AI4EU e sta per adottare il regolamento “AI Act”, che definisce legalmente l’IA e stabilisce linee guida per il suo utilizzo responsabile.
In merito alla situazione italiana, si evidenziano statistiche rilevanti. Un sondaggio condotto nel 2022 su imprese e lavoro rivela che l’1,2% delle aziende italiane ha investito nell’IA, registrando un conseguente aumento significativo nella ricerca di profili altamente qualificati (+2%). Allo stesso tempo, non si osserva alcun impatto sulla domanda di professioni mediamente o poco qualificate. In linea con questo, il rapporto del World economic forum del 2023 sottolinea che le competenze tecnologiche, specialmente in relazione all’IA e ai Big Data, sono fortemente richieste sul mercato del lavoro.
Invece, per quanto riguarda l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro, una rilevazione condotta da Inapp nel 2022 indica che l’adozione dell’IA ha generato un aumento nella propensione a ricercare profili professionali altamente qualificati. L’analisi di McKinsey stima che l’adozione dell’IA può portare a una crescita annuale dell’economia statunitense compresa tra lo 0,1% e lo 0,6%. Il rapporto LinkedIn del 2023 evidenzia un aumento significativo delle offerte di lavoro che richiedono conoscenze di GPT o Chat GPT tra novembre 2022 e giugno 2023.
Nel contesto italiano, uno studio di European House Ambrosetti stima che l’adozione dell’IA potrebbe aumentare la produttività dell’economia italiana fino all’18%. Tuttavia, il rapporto sottolinea che il 70% delle imprese ha incontrato ostacoli, principalmente legati alla mancanza di competenze specifiche e alle preoccupazioni sulla trasparenza dei dati e sulla privacy.
Il ruolo dell’IA nel mondo del lavoro è ancora un tema che viene generalmente diviso tra opportunità e rischi. Si afferma che l’80% della forza lavoro potrebbe vedere cambiamenti nelle proprie responsabilità lavorative, mentre un rapporto dell’Oil prevede una parziale transizione verso l’automazione per la maggior parte dei lavori. Si evidenziano i rischi di discriminazione, perdita di posti di lavoro, diseguaglianza economica e dipendenza tecnologica. Il legislatore è chiamato a bilanciare queste sfide e promuovere una transizione ordinata ed equa attraverso la formazione professionale dei lavoratori.
Come dimostrato dall’utilizzo di risorse IA nell’ente italiano Inps, vi sono stati dei miglioramenti nei servizi resi e risparmi di tempo umano. Si menzionano tre progetti, tra cui il sistema di classificazione e smistamento automatico delle Pec, che ha consentito di risparmiare circa 40.000 ore di lavoro annue. Altri progetti riguardano la gestione ottimizzata delle richieste web e l’uso dell’IA per potenziare l’Assistente virtuale.
Secondo la maggior parte degli studi condotti, l’IA può offrire dei vantaggi significativi all’economia con un aumento stimato fino al 18% della produttività in Italia. Tuttavia, ci sono anche rischi legati alla privacy, all’etica e alla disuguaglianza. Se è vero che l’attuale disciplina in materia di privacy di livello nazionale ed europea offre, potenzialmente, la giusta protezione dei dati, non può passare inosservato che l’utilizzo dell’IA permetterebbe a soggetti malintenzionati di compiere pericolose violazioni. La necessità di una regolamentazione accurata è evidenziata come elemento cruciale per bilanciare le opportunità dell’IA con la tutela dei diritti fondamentali e la creazione di un ambiente di lavoro equo e sostenibile.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI