Dopo lunghe, e complesse, mediazioni si è definita, finalmente, la composizione della nuova Commissione europea guidata dalla tedesca, e popolare, Ursula von der Leyen. Per la cronaca Raffaele Fitto è il rappresentante italiano e, oltre a una Vicepresidenza esecutiva dell’organo collegiale, ha avuto, in particolare, le deleghe per le cruciali politiche di coesione.
Fin qui la politica. È interessante, tuttavia, cercare di capire anche, se non soprattutto, le politiche che verranno messe in campo dall’Unione europea nei prossimi anni. Nelle “linee guida”, potremmo dire un vero e proprio programma di Governo, si parte dalla rivendicazione di un modello sociale ed economico che caratterizza, con tutte le distinzioni del caso, il nostro continente.
Si ricorda così che l”Europa ha, indubbiamente, una qualità di vita unica. Un elemento che rappresenta per la Commissione sia un vantaggio competitivo per la nostra economia che un pilastro essenziale per la nostra società nella quale, ci si auspica (non sempre, ahimè riuscendoci) che nessuno venga lasciato indietro.
In questo quadro si sottolinea come le crisi degli ultimi anni abbiano, sicuramente, avuto un impatto negativo diretto sulla qualità della vita di molti europei, dal costo della vita, degli alloggi e dell’energia all’equità dei redditi e alle divisioni e crescenti disuguaglianze nella nostra società.
Mentre, quindi, le nostre società ed economie continuano, inevitabilmente, a cambiare, e la velocità di tale cambiamento accelera, il nuovo Governo europeo si propone di concentrare i suoi sforzi sul sostenere e migliorare questo nostro modello, per quanto imperfetto, di convivenza.
Tra le priorità vi sarà quella di “tenere insieme” la nostra società e garantire che l’Europa “buona” funzioni per tutti, offrendo, prima di tutto, posti di lavoro degni e di qualità per tutti. Su questo si fonda, infatti, la nostra “european way of life” e, nei prossimi anni, si lavorerà per promuoverla ancora di più.
Le persone, e i loro lavori, si sostiene, dovranno rimanere sempre al centro della nostra “economia sociale di mercato”, per quanto aggiornata, riveduta e corretta, anche se il tessuto produttivo e le nostre economie cambieranno, sempre più rapidamente, forma. Ci si impegna, insomma, a garantire una transizione giusta per tutti.
Per questo verrà presentata una roadmap per un lavoro di qualità da sviluppare insieme alle diverse parti sociali. Un percorso che si fonderà su salari equi, buone condizioni di lavoro, formazione e percorsi di transizione lavorative “giuste” per i lavoratori dipendenti e autonomi scommettendo, in particolare, su un crescente ruolo della contrattazione collettiva.
La responsabilità di guidare questo percorso è stata affidata, più nel dettaglio, a Roxana Mînzatu, la rappresentante socialista della Romania all’interno della Commissione. A lei sono state assegnate le competenze, tra le altre, relative a formazione, lavoro di qualità e diritti sociali. A lei, e a tutta la Commissione, è, ovvio, augurare oggi un buon lavoro. Già nei prossimi mesi, tuttavia, si inizierà a capire quanto di questo ambizioso progetto sarà diventato realtà per i cittadini europei.
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