Fondazione Welfare Ambrosiano (FWA) è un fondo dedicato al microcredito. Fondata 12 anni fa da Cgil, Cisl e Uil di Milano assieme all’Amministrazione comunale, la Camera di commercio e la Città metropolitana, assicura due linee di intervento: il microcredito per l’avvio di iniziative di autoimprenditorialità e, unico ente in Italia, il microcredito sociale. Si tratta in quest’ultimo caso di finanziamento dato alle famiglie che passano un momento di difficoltà finanziaria. Scopo dichiarato è di essere al servizio di chi lavora nell’area metropolitana milanese per permettere di superare difficoltà senza scivolare verso l’area della povertà e dei sussidi sociali.
Per rispondere alla propria missione ha sviluppato nel corso degli anni diversi servizi funzionali ad affrontare le problematiche del periodo. Così si è avviato l’anticipo della cassa integrazione nel periodo della crisi finanziaria e si sono definiti nuovi canali di finanziamento per rispondere alla caduta del reddito durante la fase della pandemia.
Per rispondere alle difficoltà createsi in questo ultimo periodo si sono definite due linee di intervento. Un credito solidale rivolto a coprire fasi di caduta del reddito che oltre alla garanzia totale assicurata dalla Fondazione è a tasso zero. L’altra linea, chiamata PartitattIVA, è rivolta a lavoratori autonomi con necessità di sostegno al reddito per mantenere o rilanciare la propria attività.
Grazie al contributo straordinario offerto a FWA dalla Fondazione JP Morgan e dalla Fondazione Bracco all’avvio di queste linee di sostegno si è affiancato un progetto di accompagnamento per valutare l’efficacia degli interventi, la soddisfazione delle persone coinvolte e individuare i migliori canali di comunicazione. Questa scelta era indispensabile per mettere a fuoco le fragilità che accompagnano le persone che si rivolgono alla Fondazione e per promuovere servizi di accompagnamento, di proattivazione e di formazione che supportino il percorso di ripresa cui il prestito economico dava le risorse, ma non la soluzione per uscire dalle difficoltà.
Dato l’interesse della sperimentazione, il 3 febbraio sono stati presentati i risultati a operatori sociali, formatori ed esperti di servizi sociali e per il lavoro.
Partiamo dai numeri dell’iniziativa: 1.150 sono state le manifestazioni di interesse, 550 avevano le caratteristiche per la concessione del credito e 260 sono stati avviati, ma solo 120 hanno poi proseguito fino al traguardo. Il credito concesso ha un valore medio di 7.000 euro, dal minimo di 2.000 al massimo di 10.000.
Dalla sua nascita la Fondazione ha sempre dichiarato che rivolgeva i proprio servizi a “un’area grigia” composta da chi è troppo ricco per essere inserito nei sussidi dei servizi sociali ma troppo povero per affrontare difficoltà improvvise, come una caduta del reddito o una spesa straordinaria di 800 euro (metodo questionario Istat).
Il Professor Rovati, sulla base dell’analisi dei dati dei partecipanti, ha definitivamente portato al tramonto la definizione di area grigia per proporre quella di povertà temporanea. In generale, la Fondazione si propone a un’area sociale a forte vulnerabilità. A ciò contribuiscono diversi fattori fra cui il tema economico. La situazione di povertà può diventare duratura, e allora porta a dipendere dai servizi di assistenza. Se resta temporanea richiede che assieme al sostegno economico ve ne sia anche uno alla persona per affrontare le sue fragilità. Infatti, i dati economici indicano una platea di persone che non sono fouri dal mercato del lavoro. Solo il 4,9% è disoccupato. Sono, in parti uguali, uomini e donne di età centrale e il 35% è proprietario dell’abitazione. La casa è la fonte principale del fabbisogno economico. Ben il 74% della richiesta economica è dovuta a spese per la casa. Seguono poi bisogni generali della famiglia con il 13% dei casi, il 5% è per ragioni di salute e poi ragioni scolastiche e altro. Il reddito medio sta poco sopra i 1.000 euro/mese e ben il 35% è compreso fino a 600 euro/mese.
La fragilità prevalente è la solitudine. Molti sono soli e denunciano una difficoltà ad assumere la responsabilità di un credito. La richiesta di essere affiancati anche nella fase successiva alla concessione del credito è la domanda prevalente. Affiancati e aiutati per il lavoro ma anche a ritrovare fiducia in se stessi e preparati per gestire le risorse finanziarie. Anche verso la rete dei servizi sociali hanno il timore di non essere in grado di sapersi proporre con chiarezza.
La paura del confronto con altri interlocutori, dovuto spesso alla solitudine di provenienza, fa sì che tutto diventi complicato e porta ad un’autoesclusione dalle reti di sostegno. La sistemazione delle problematiche legate alla casa e soprattutto la volontà di mettersi in moto per cercare lavoro sono, infatti, i due temi su cui è emerso più forte il bisogno di sostegno.
Su questa prima fase della esperienza di attività di supporto sulle fragilità delle persone FWA ha presentato il programma TELOS che si svilupperà nei prossimi 12 mesi. La sigla indica i 5 nuovi servizi di accompagnamento alle persone che verranno sviluppati: Training, Empowerment, Liability, Orientamento e Supporto economico.
L’esperienza fatta indica che se vogliamo rendere realmente temporanea la povertà di chi arriva per chiedere un sostegno si deve attivare una capacità di leggere l’insieme delle vulnerabilità che accompagnano la persona e offrire un percorso di sostegno fortemente personalizzato. La Fondazione ha offerto i primi dati della sua sperimentazione e la disponibilità del nuovo programma per proporre a chi queste attività già le esercita per sviluppare reti di servizi con altri operatori. L’esperienza fatta ci dice che nessuno può essere capace di fare tutto. Nessuno è in grado di assicurare sostenibilità sociale ed economica da solo. Ogni esperienza se messa a fattore comune contribuisce ad aumentare il capitale sociale e la resilienza collettiva di fronte alle nuove difficoltà.
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