Nell’epoca della cd Responsabilità sociale dell’impresa che sovente è richiamata dalla normativa internazionale, i docenti del centro interdipartimentale Orfect Prof Vincenzo Pacillo e Basira Hussen – Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia – FAR Dipartimentale Azione 10, nell’area La laicità come valore fondante dell’Unione europea e le relazioni di lavoro, hanno promosso la Carta delle buone prassi per il rispetto della libertà di religione e di convinzione nei luoghi di lavoro, che aiuta concretamente la comunità lavorativa a dialogare e a comprendere le reciproche diversità tra uomini e donne di diverse etnie e superare possibili difficoltà.
Questa iniziativa in una stagione di particolari tensioni risponde all’esigenza di integrare il quadro normativo esistente con linee guida operative che rendano più efficace e concreta l’applicazione dei principi di non discriminazione e tutela delle convinzioni religiose. La normativa, pur essendo chiara nei suoi principi generali, può risultare complessa da applicare in situazioni specifiche e la Carta può fornire indicazioni concrete su come gestire casi particolari (ad esempio, l’uso di simboli religiosi, l’osservanza di pratiche religiose durante l’orario di lavoro o la gestione di giorni di riposo per festività religiose), garantendo così un’applicazione uniforme delle regole in diversi contesti aziendali.
Molte delle problematiche relative alla discriminazione religiosa derivano da incomprensioni o da una mancanza di sensibilità e la Carta può servire da strumento educativo e preventivo, fornendo al datore di lavoro e ai dipendenti linee guida chiare su come rispettare e promuovere la libertà religiosa in azienda, riducendo così il rischio di contenziosi legali, affrontando un più ampio concetto di diversità e inclusione sul posto di lavoro, promuovendo una cultura aziendale accogliente, migliorando il benessere e la produttività dei dipendenti, favorendo un ambiente di lavoro più sereno e rispettoso delle diversità e delle reciproche necessità e flessibilità.
Nell’ambito organizzativo la Carta aiuta a gestire permessi per festività religiose, i turni di lavoro, la gestione dell’abbigliamento religioso. Queste linee guida offrono soluzioni pratiche che bilanciano le esigenze del datore di lavoro con i diritti dei dipendenti, evitando conflitti può diventare un elemento distintivo nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa (CSR) e può aiutare un’azienda a migliorare la propria reputazione e favorire buone relazioni con i propri stakeholder. Uno strumento pratico che ci sostiene nelle trasformazioni sociali e culturali, che rispondano ai bisogni di una forza lavoro sempre più diversificata, con problematiche che già da ora emergono ed è un valido complemento al sistema giuridico, non solo per garantire l’applicazione effettiva dei diritti e dei doveri.
Uno dei principi cardine della Carta è il riconoscimento della diversità religiosa e culturale perché in un mondo globalizzato e interconnesso la presenza di persone con diverse fedi religiose nei luoghi di lavoro è una realtà ineludibile e può rappresentare una risorsa che arricchisce l’ambiente lavorativo e promuove una maggiore inclusione sociale. Tra le buone prassi fondamentali della Carta troviamo l’impegno a promuovere politiche aziendali che eliminino qualsiasi forma di discriminazione, diretta o indiretta, e gli accordi contrattuali e le prassi aziendali devono essere formulate in modo tale da non escludere o penalizzare coloro che professano una fede diversa dalla maggioranza.
La Carta incoraggia le imprese a sviluppare politiche contrattuali di accomodamento ragionevole, che consentano come diversity management di costruire un ambiente di lavoro inclusivo, nel quale tutti i lavoratori e le lavoratrici si sentano rispettati e valorizzati, e adottare politiche di gestione della diversità che assicurino una partecipazione attiva di tutti i dipendenti di trovare soluzioni che consentano ai lavoratori di celebrare le festività religiose senza pregiudicare la continuità produttiva, includendo l’introduzione di giorni di congedo flessibili o la possibilità di scambiare i turni con altri dipendenti, impegnandosi a monitorare costantemente l’applicazione delle politiche di inclusione e ad aggiornare periodicamente la carta delle buone prassi, tenendo conto dei feedback dei lavoratori e delle evoluzioni normative e sociali possiamo credibilmente ottenere una situazione di maggiore benessere per tutti.
Questa Carta sostiene insieme genere, handicap, religione e raccoglie legislazioni italiane internazionali pragmaticamente indirizzando la comunità lavorativa a un’assunzione di responsabilità positiva e soprattutto condivisa.
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