Le assunzioni nel comparto del turismo segnano anche un +66% nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2021. Il dato è riferito da VenetoLavoro, l’ente regionale che radiografa puntualmente l’andamento occupazionale. È quindi un dato limitato, molto nordestino, ma da sempre proprio il Veneto è un barometro attendibile sulla media nazionale tra le regioni più vocate al leisure.



Il trend superpositivo sembra dunque confermare quanto si sosteneva già su queste pagine online qualche settimana fa: sono le tante industry del turismo il vero traino della ripresa post lockdown, la resilienza più concreta, sulla quale puntare decisamente con qualità e formazione, per trasformare la tendenza in struttura, la vacanza in vero turismo.



Il report segnala anche una forte ripartenza nei servizi in genere, che guadagnano 54.300 posti di lavoro, per motivi ciclici e stagionali concentrati più nel secondo trimestre (+44.100) che nel primo (+10.200). Le assunzioni nel terziario crescono del 41% rispetto al 2021 (con il picco del +66% nel turismo che si diceva). L’industria assorbe 16.100 nuovi posti di lavoro, con un aumento delle assunzioni del 26% e incrementi superiori alla media nel metalmeccanico (+30%) e nelle altre industrie (chimica, plastica, farmaceutica), mentre la crescita è più contenuta nelle utilities (+3%) e nelle costruzioni (+17%), a conferma che il picco storico di ordinativi nell’edilizia sembra ormai superato. L’agricoltura, che da mesi mostra un andamento del mercato del lavoro peggiore rispetto agli anni precedenti a causa dei condizionamenti propri del settore, mostra un calo delle assunzioni del 5% ed è l’unico settore a mostrare risultati inferiori alla situazione pre-pandemica. 



E le famose dimissioni? La great resignation? Le cessazioni sono state complessivamente 258.028 nel semestre (+36%), di cui circa il 40% è rappresentato da dimissioni, che si confermano in crescita rispetto al 2021, ma in rallentamento.

L’analisi di VenetoLavoro indica che nella prima metà del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato è pari a +77.500 posizioni lavorative, superiore a quello degli anni precedenti, grazie soprattutto a un secondo trimestre che si è chiuso con un bilancio occupazionale di +54.000 nuovi posti di lavoro. Maggio e giugno risultano tuttavia caratterizzati da un andamento meno brillante rispetto al 2021, quando la ripresa delle attività e la ricostruzione del bacino occupazionale a tempo determinato svuotatosi durante la pandemia avevano determinato dinamiche particolarmente positive. La crescita del primo semestre 2022 ha interessato principalmente i contratti a termine (+55.300 tra gennaio e giugno, ma erano +65.200 nel 2021), ma anche il tempo indeterminato, che registra 20.800 posizioni lavorative in più rispetto alle appena 22 in più dello scorso anno. L’apprendistato (+1.400 posizioni lavorative) rimane sotto al livello del 2021, ma anche per effetto di un aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato (+21% nel semestre e +47% a giugno). 

Nell’ultimo mese il calo del tempo determinato è ancora più evidente, con un saldo di +14.300 posizioni lavorative a fronte delle +25.800 del 2021, quando l’avvio della stagione turistica si era tardivamente concentrato nel mese di giugno. Il volume semestrale delle assunzioni è pari a 335.507, con un aumento del 30% rispetto al 2021 e del 4% rispetto al periodo pre-crisi del 2019. Nel secondo trimestre dell’anno le assunzioni sono state 182.808 e nel mese di giugno, per la prima volta quest’anno, si è registrata una flessione della domanda di lavoro (-3%). L’analisi territoriale evidenzia un saldo particolarmente positivo nelle province di Venezia (+36.400 posizioni lavorative nel semestre) e Verona (+21.500), seguite da Padova (+6.300), Vicenza (+4.600), Treviso (4.600) e Rovigo (+4.100). Nel mese di giugno, che conferma i buoni risultati di Venezia e Verona, si registra un buon recupero dei posti di lavoro a Belluno, che con un saldo di +2.800 posizioni lavorative inverte la tendenza osservata fino a maggio e presenta ora una sostanziale stabilità dei livelli occupazionali nel corso di questo 2022. Rispetto alla situazione pre-crisi, saldi e assunzioni sono positivi in tutti i territori, con l’eccezione proprio di Verona, che pur mostrando buoni saldi è ancora sotto di circa 3 mila posti di lavoro, e Venezia.

Dinamica analoga a quella dei flussi occupazionali si registra per la disoccupazione: le dichiarazioni di immediata disponibilità presentate negli ultimi sei mesi sono state complessivamente 56.100 (+8% sul 2021), ma con un ritmo di crescita meno intenso rispetto ai mesi precedenti. Il nuovo stock di disponibili al 30 giugno 2022 ammonta a 267.000 disoccupati e 120.000 soggetti in sospensione perché occupati temporaneamente o perché in conservazione della condizione di disoccupazione per ragioni di reddito. Il positivo andamento del mercato del lavoro nella prima metà dell’anno in corso è confermato dallo spostamento della popolazione iscritta alle liste dei Centri per l’impiego dalla categoria di coloro che cercano lavoro a quella dei precari con lavori a termine.

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