Sono circa 508 mila le assunzioni che sono state programmate dalle imprese per gennaio (+0,9% rispetto a gennaio 2023) e circa 1,4 milioni per il primo trimestre dell’anno (+5,3%). È il dato che emerge dall’ultimo Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. A gennaio l’industria dovrebbe avere assunto 172 mila assunzioni, 121 mila delle quali nel settore manifatturiero e nelle public utilities, le altre 51 mila nelle costruzioni. Per i servizi in totale si stimano 336 mila lavoratori. A guidare la domanda di lavoro sono i servizi alle persone, con 70 mila assunzioni (+10% rispetto a gennaio 2023). Seguono commercio (68 mila unità) e costruzioni (51 mila unità). In calo, invece, il turismo e l’industria manifatturiera (rispettivamente -12,1% e -2,3% rispetto all’anno precedente).
È lo stesso report di Anpal a chiarire la situazione: è la mancanza di candidati la principale causa del mismatch tra domanda e offerta di lavoro a gennaio (31,1). Si sta perpetuando, dunque, la sofferenza che da alcuni anni penalizza il mondo del lavoro, soprattutto quel lavoro (come il turismo) che a torto o a ragione ha perduto, appunto da alcuni anni, l’appeal necessario ad attirare le candidature, che hanno intrapreso una strada in contromano: sono i candidati oggi a scegliere l’impresa, e non il tradizionale viceversa.
Questo smalto corroso, unito alla crisi demografica, che implica una ridotta popolazione in età lavorativa, ha portato e sta portando una generica lack of staff che si traduce in riduzione dei servizi, contrazione dei periodi di apertura, abbassamento della qualità erogata, e quindi a medio termine un deterioramento della reputation dell’impresa.
Si è più volte trattato del perché e del percome, chiarendo che vi sono varie concause del disamore dei giovani per l’industria del turismo: l’errata convinzione che nel settore non si possa aspirare ad una congrua scalata di valori e mansioni; le retribuzioni non sempre adeguate; la mancanza di modelli e campioni capaci di costruire cultura d’impresa e condivisione di obiettivi; l’avvilente scarsità delle staff house, indispensabili soprattutto per i lavoratori stagionali. Le strutture a gestione familiare, ancora la stragrande maggioranza in Italia, compensano in proprio le lacune, non sempre riuscendoci e quasi sempre arrancando con i difetti gestionali sopra ricordati. Le imprese ricettive di più ampie dimensioni, comprese quelle più propriamente di servizi (stabilimenti, terme e via dicendo), tentano un recruiting multinazionale, o direttamente o attraverso i decreti flussi per i lavoratori stranieri, che per il 2024 hanno fissato un tetto a 151 mila unità, quando le stime del Centro studi e ricerche Idos ne indicavano un fabbisogno di 500 mila già lo scorso anno.
Ma c’è anche chi fa squadra e si attrezza nella ricerca di personale con strumenti innovativi, iniziando già da ora, quando si va programmando una prossima estate fatta di un sostenuto turismo di prossimità, molto domestico e molto anche da Paesi vicini. Un primo esempio viene da Jesolo, il divertimentificio d’Italia, con 15 chilometri di spiaggia e quasi 6 milioni di presenze turistiche all’anno. Gli albergatori di Jesolo ogni stagione cercano circa 2.000 lavoratori, oltre alle migliaia (più del doppio) che ogni anno riconfermano il lavoro negli hotel nel quale hanno lavorato la stagione precedente. A Jesolo ci sono hotel da 2 a 5 stelle (circa 400 in tutto, oltre a villaggi e campeggi), con opportunità di lavoro adatte per ogni persona e per ogni livello professionale, dal giovane di primo impiego al grande professionista.
Qui l’AJA (associazione jesolana albergatori) – come riportato da 24Plus – è già al lavoro su tre obiettivi: ospitalità per i lavoratori, appunto le staff house, premio di produttività e marketing territoriale. Per il primo punto bisogna ricordare che proprio Jesolo già la scorsa stagione aveva inaugurato la sua foresteria, ossia un albergo dismesso e riattato, gestito direttamente da AJA, con una trentina di camere a disposizione di lavoratori stagionali, italiani e stranieri. Il successo è stato tale da spingere l’associazione a bissare l’esperienza anche quest’anno. Per quanto riguarda poi i premi-produzione, è evidente che si punta a sensibilizzare le gestioni su quella che potrebbe essere una contrattazione di terzo livello, o aziendale, che agganci le disponibilità e il merito dei dipendenti ad una maggiorazione retributiva. Per il marketing territoriale lavorativo, infine, l’AJA ha varato una campagna estesa e ramificata su media e social, aiutata anche piattaforma lavorareajesolo.it, alla quale si può inviare un’unica candidatura per proporsi a tutti gli hotel associati AJA. Un successo annunciato: la campagna 2024 è partita solo da pochi giorni, ma ha già raccolto 450 adesioni.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI