S’intitola “Come è andata l’estate?”, ma in realtà la quinta edizione del sondaggio varato dal sito specializzato LavoroTurismo, oltre a fornire un quadro dettagliato sulla stagione scorsa, delinea anche le tendenze per quella nuova ormai al via. Al sondaggio hanno partecipato 1.488 persone coinvolte in attività lavorative stagionali durante l’estate 2023, il periodo più cruciale dell’anno. Dai risultati emerge chiaramente come il mondo del lavoro stia cambiando rapidamente e le aziende si stanno adattando di conseguenza per attrarre i migliori talenti, attraverso opportunità e nuovi benefit, ma il turismo sta faticando ad attrarre i giovani, a rispondere alle loro aspettative. Si registra anche un aumento dell’età media della forza lavoro, con una maggior flessibilità ad assumere profili senior in un comparto caratterizzato dalla propensione all’assunzione dei giovani.
Le mansioni. Nel 2023 l’area operativa più rappresentata è quella di sala, bar e Food & Beverage (25,9%): dipartimenti fondamentali per il turismo. A seguire front office e reservation (24,2%) e cucina, pasticceria e panificazione (14,7%). La maggioranza dei lavoratori (28,7%) ha un’esperienza di più di 20 anni nel settore; seguono quelli che hanno un’esperienza di 10-20 anni (18%) e quelli che hanno un’esperienza di 5-10 anni (16,8%). Dati che indicano l’esigenza di competenze del settore, professionalità che si acquisisce con il tempo e la pratica, la formazione.
I contratti. La maggioranza dei lavoratori (75,1%) ha avuto un contratto determinato o stagionale, prevedibile vista la natura ciclica del settore turistico, che spesso richiede personale solo in certi periodi dell’anno. I lavoratori con contratto indeterminato (14,1%) indicano coloro che lavorano in una struttura aperta tutto l’anno. Chi non è riuscito a lavorare, invece, rappresenta il 55%, in calo rispetto ai sondaggi passati (75%), probabilmente per un aumento dell’offerta nella stagione 2023. Al contrario, è aumentata invece la percentuale di chi non ha cercato lavoro per motivi personali (dal 15,6% al 40%).
Previsioni. Si attende un salto di qualità nell’offerta: le aziende saranno disponibili a pagare stipendi più alti, in aggiunta a condizioni contrattuali più trasparenti e chiare e a un orario di lavoro che si avvicinerà alle 40-48 ore settimanali, con almeno un giorno libero a settimana. Non trascurabile anche l’incremento dei benefit per venire incontro alle esigenze dei lavoratori tra cui un miglioramento medio della qualità degli alloggi, agevolazioni per i parenti e benefit come i mezzi di spostamento e servizi riservati alla clientela estesi al personale, cui verrà anche garantito sempre di più anche il vitto. L’attenzione ai nuovi assunti dovrebbe crescere ulteriormente, a cominciare dall’onboarding, con accoglienza e affiancamento come capi saldi, unitamente alla formazione, ambito in cui sono previsti investimenti sia nella fase di pre-inserimenti che nelle prime fasi post-assunzione.
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