Nelle prossime settimane sono concentrati appuntamenti importanti per le vicende economiche e politiche del nostro Paese.
Il primo è la consultazione in corso fra i lavoratori sul Protocollo siglato il 23 luglio 2007 tra governo e parti sociali. Il fatto che essa sia condotta dai sindacati in modo unitario, compresa la Fiom-Cgil, è un segnale positivo. Sono convinto che il Protocollo sarà approvato a larga maggioranza. I sindacati possono argomentare facilmente che l’intesa porta solo vantaggi ai lavoratori e non chiede niente in cambio, come è stato nei patti sociali del passato, a cominciare da quello del 1993. Un esito favorevole del referendum fra i lavoratori influirà positivamente sulle decisioni del governo e del parlamento, che dovranno tradurre i contenuti dell’intesa in provvedimenti di legge.
Questo spiega la scelta del governo di rinviare l’approvazione del pacchetto welfare al 12 ottobre. Si tratta di un rinvio “tecnico” che può essere utile. Ma non deve pregiudicare l’iter futuro del provvedimento e la sua conclusione entro il 31 dicembre, in parallelo con l’approvazione della finanziaria. La data del 31 dicembre è decisiva per la nuova normativa sulle pensioni. Se non viene approvata entro quella data resterebbe in vigore il cosiddetto “scalone” previsto dalla legge del centrodestra, con un innalzamento immediato dell’età pensionabile di 3 anni di età; è ingiusto, e per questo è stato sostituito con un innalzamento graduale dell’età pensionabile, come si è fatto in tutti i Paesi europei. Ma il Protocollo è stato firmato dalle parti sociali nel suo equilibrio complessivo. Non sarebbe praticabile uno “spezzatino”, per cui si approvasse in tempo utile la modifica dello scalone e l’aumento delle pensioni mentre si rinviassero i contenuti di riforma del mercato del lavoro, come chiede la sinistra estrema, con la speranza di diluirlo o sostituirlo.
L’approvazione del Protocollo da parte di milioni di lavoratori aiuterà anche la maggioranza parlamentare nel difficile percorso legislativo necessario a tradurlo in pratica e che, ripeto, dovrà essere condotto in parallelo con l’iter attuativo della legge finanziaria. Questo parallelismo è importante anche perché i due provvedimenti si integrano a vicenda. Contengono entrambi misure redistributive di carattere sociale e misure di sostegno allo sviluppo.
Il Protocollo interviene a sostenere le pensioni, soprattutto quelle basse, agevola il percorso pensionistico dei giovani, migliora gli ammortizzatori sociali. La finanziaria integra queste misure con aiuti fiscali ai redditi più bassi di lavoratori e pensionati, con la riduzione dell’Ici sulla prima casa e con le detrazioni sugli affitti. La finanziaria dà anche un importante sostegno allo sviluppo economico, riducendo la pressione fiscale sulle imprese e semplificando gli adempimenti a favore delle piccole aziende e del lavoro autonomo.
Il Protocollo contribuisce allo stesso obiettivo con due misure: incentivando le retribuzioni legate alla produttività e quindi stimolando la contrattazione collettiva migliorandone l’efficienza; alleggerendo i costi degli straordinari. La combinazione di misure sociali e di sviluppo può caratterizzare positivamente questa stagione. Le prime rispondono a bisogni e aspettative dei cittadini accumulatisi negli anni passati di stasi economica, e non soddisfatti dalla scorsa legge finanziaria, che era necessariamente ispirata al rigore. Le misure di sostegno alle imprese e allo sviluppo economico sono oggi una priorità assoluta, se vogliamo rafforzare la nostra competitività e aiutare una crescita appena avviata e minacciata dalle turbolenze finanziarie internazionali.
E’ bene ripeterlo per chi sembra dimenticarlo, specie a sinistra. Una crescita durevole e di qualità è un presupposto essenziale per avere risorse sufficienti a soddisfare i tanti bisogni sociali meritevoli di attenzione e previsti nei nostri programmi. Abbiamo appena cominciato a considerarne alcuni, da quelli della famiglia e degli anziani non autosufficienti, a quelli dell’educazione di base e continua, ancora sotto finanziata. Ma occorre fare di più in queste direzioni. I provvedimenti della finanziaria e del Protocollo possono segnare una svolta nella politica e nell’economia del paese. Giustamente Veltroni ha rilevato che molti di essi riprendono obiettivi posti alla base del partito democratico. E’ una conferma che la costruzione di questo nuovo partito sta modificando il clima politico e può rafforzare la capacità del governo di rispondere ai problemi veri del Paese.
Il primo è la consultazione in corso fra i lavoratori sul Protocollo siglato il 23 luglio 2007 tra governo e parti sociali. Il fatto che essa sia condotta dai sindacati in modo unitario, compresa la Fiom-Cgil, è un segnale positivo. Sono convinto che il Protocollo sarà approvato a larga maggioranza. I sindacati possono argomentare facilmente che l’intesa porta solo vantaggi ai lavoratori e non chiede niente in cambio, come è stato nei patti sociali del passato, a cominciare da quello del 1993. Un esito favorevole del referendum fra i lavoratori influirà positivamente sulle decisioni del governo e del parlamento, che dovranno tradurre i contenuti dell’intesa in provvedimenti di legge.
Questo spiega la scelta del governo di rinviare l’approvazione del pacchetto welfare al 12 ottobre. Si tratta di un rinvio “tecnico” che può essere utile. Ma non deve pregiudicare l’iter futuro del provvedimento e la sua conclusione entro il 31 dicembre, in parallelo con l’approvazione della finanziaria. La data del 31 dicembre è decisiva per la nuova normativa sulle pensioni. Se non viene approvata entro quella data resterebbe in vigore il cosiddetto “scalone” previsto dalla legge del centrodestra, con un innalzamento immediato dell’età pensionabile di 3 anni di età; è ingiusto, e per questo è stato sostituito con un innalzamento graduale dell’età pensionabile, come si è fatto in tutti i Paesi europei. Ma il Protocollo è stato firmato dalle parti sociali nel suo equilibrio complessivo. Non sarebbe praticabile uno “spezzatino”, per cui si approvasse in tempo utile la modifica dello scalone e l’aumento delle pensioni mentre si rinviassero i contenuti di riforma del mercato del lavoro, come chiede la sinistra estrema, con la speranza di diluirlo o sostituirlo.
L’approvazione del Protocollo da parte di milioni di lavoratori aiuterà anche la maggioranza parlamentare nel difficile percorso legislativo necessario a tradurlo in pratica e che, ripeto, dovrà essere condotto in parallelo con l’iter attuativo della legge finanziaria. Questo parallelismo è importante anche perché i due provvedimenti si integrano a vicenda. Contengono entrambi misure redistributive di carattere sociale e misure di sostegno allo sviluppo.
Il Protocollo interviene a sostenere le pensioni, soprattutto quelle basse, agevola il percorso pensionistico dei giovani, migliora gli ammortizzatori sociali. La finanziaria integra queste misure con aiuti fiscali ai redditi più bassi di lavoratori e pensionati, con la riduzione dell’Ici sulla prima casa e con le detrazioni sugli affitti. La finanziaria dà anche un importante sostegno allo sviluppo economico, riducendo la pressione fiscale sulle imprese e semplificando gli adempimenti a favore delle piccole aziende e del lavoro autonomo.
Il Protocollo contribuisce allo stesso obiettivo con due misure: incentivando le retribuzioni legate alla produttività e quindi stimolando la contrattazione collettiva migliorandone l’efficienza; alleggerendo i costi degli straordinari. La combinazione di misure sociali e di sviluppo può caratterizzare positivamente questa stagione. Le prime rispondono a bisogni e aspettative dei cittadini accumulatisi negli anni passati di stasi economica, e non soddisfatti dalla scorsa legge finanziaria, che era necessariamente ispirata al rigore. Le misure di sostegno alle imprese e allo sviluppo economico sono oggi una priorità assoluta, se vogliamo rafforzare la nostra competitività e aiutare una crescita appena avviata e minacciata dalle turbolenze finanziarie internazionali.
E’ bene ripeterlo per chi sembra dimenticarlo, specie a sinistra. Una crescita durevole e di qualità è un presupposto essenziale per avere risorse sufficienti a soddisfare i tanti bisogni sociali meritevoli di attenzione e previsti nei nostri programmi. Abbiamo appena cominciato a considerarne alcuni, da quelli della famiglia e degli anziani non autosufficienti, a quelli dell’educazione di base e continua, ancora sotto finanziata. Ma occorre fare di più in queste direzioni. I provvedimenti della finanziaria e del Protocollo possono segnare una svolta nella politica e nell’economia del paese. Giustamente Veltroni ha rilevato che molti di essi riprendono obiettivi posti alla base del partito democratico. E’ una conferma che la costruzione di questo nuovo partito sta modificando il clima politico e può rafforzare la capacità del governo di rispondere ai problemi veri del Paese.