Nel nostro paese le persone cambiano lavoro come come nei paesi più avanzati. In particolare in alcune regioni del Nord, il mercato del lavoro, pur con le sue vischiosità, permette la costruzione di percorsi lavorativi interessanti da parte di soggetti attivi. Anche le organizzazioni non profit svolgono un ruolo in questa direzione.
La dinamica della popolazione che cambia lavoro ha al suo interno diversi percorsi; uno di questi è costituito da persone che necessitano di opportunità di apprendimento/formazione per riprendere, dopo alcune disavventure scolastiche, occasioni e una spendibilità nel mercato del lavoro. Nell’ambito della rete che costituisce il sistema delle Agenzie del mercato del lavoro esistono attori che si occupano dei percorsi sopra richiamti muovendo da una logica sussidiaria. In questa area si iscrivono forme di intervento ed orientamento svolte da organizzazioni non profit per le persone più giovani che hanno abbandonato il percorso scolastico tradizionale ed a cui è data possibilità di riprendere un ciclo di formazione concreta imperniato sulla integrazione “scuola lavoro”.



A titolo esemplificativo, come evidenziato da una ricerca del Crisp sull’efficacia ed efficienza delle delle forme di onp nel fornire servizi alle persone, si possono citare i casi di: Cometa Formazione, Edimar e In-Presa tra le tante onp presenti sul nostro territorio.
La prima, Cometa Formazione, è un ente non profit con sede a Como che, a partire dall’esperienza educativa di alcune famiglie, ha fatto dell’accoglienza dei minori, dell’educazione e della condivisione della vita quotidiana i principi guida del proprio operato. Sulla base di questi principi ha dato origine al progetto “Liceo del lavoro”. Si tratta di un’iniziativa basata sull’idea del collegamento tra formazione scolastica e lavoro d’artigianato che coinvolge i ragazzi in fase di dispersione scolastica. Obiettivo del corso è consentire ai ragazzi di adempiere agli obblighi formativi, da un lato, e dare loro la possibilità di inserimento nel mondo del lavoro dall’altro. Per i ragazzi che frequentano il liceo del lavoro, la giornata è divisa in due parti: mentre il mattino lavorano presso i laboratori artigiani della zona, il pomeriggio seguono dei corsi modulari e personalizzati presso la struttura scolastica. Dal punto di vista formativo, è ritenuto particolarmente rilevante il coinvolgimento della figura dell’artigiano al quale è richiesta la trasmissione sia di nozioni tecniche, sia della passione per il lavoro.



Edimar è un ente non profit con sede principale a Padova costituito per supportare i ragazzi in difficoltà – generalmente con problemi familiari e in drop out scolastico – nella fase di inserimento nel mondo del lavoro. Tra le altre attività, a partire dal 2004, partecipano al progetto “New Labor” che, attraverso la costituzione di una società a responsabilità limitata posseduta da enti non profit e aziende private, mira a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani. Nel modello “New Labor”, le aziende private fungono da committenti affidando ai ragazzi lavori di installazione di macchine per ufficio, recupero di materiali tecnologici obsoleti, mailing cartaceo, assemblaggio di materiale meccanico ed elettrico e servizio di convegnistica per imprese.



In-presa è un’associazione che, dal 1994, si occupa di formazione e inserimento nel mondo del lavoro di ragazzi in situazione di difficoltà sociale. Attraverso tirocini formativi propedeutici all’apprendistato, In-presa ha sviluppato un percoso di orientamento, finalizzato ad una scelta professionale, consapevole ed autonoma, dei propri ragazzi. Supportati per tutta la durata dell’inserimento da un tutor aziendale, i ragazzi entrano in azienda seguendo progetti formativi ed educativi mirati, individualizzati e condivisi con docenti e imprenditori convenzionati.
Sono questi esempi di percorsi di buone pratiche percorribili che permettono la ricongiunzione di tre interruzioni: quello del percorso educativo-formativo di giovani potenziali a rischio; quello del rapporto scuola-lavoro nel tanto discusso e poco attuato sviluppo di iniziative professionalizzanti e quello tra l’investimento in educazione-capitale umano che una società fa, e che andando perso alimenterebbe il circolo vizioso dei costi sociali della distruzione di personalità.