Il ruolo del sindacato è quello di difendere gli interessi dei lavoratori, cercando di ottenere condizioni di lavoro migliori e salari più giusti. La loro organizzazione è libera, come sancito dall’art. 39 della Costituzione. In uno Stato democratico non potrebbe essere altrimenti e anche i distacchi sindacali nel settore pubblico, inseriti nell’operazione trasparenza del Ministro Brunetta, sono un diritto riconosciuto, non un abuso.
Nessuno vuole dimenticare i meriti storici delle lotte dei lavoratori. Ma chiedersi quale utilità rivestano i 700mila delegati sindacali, che costano alle casse nazionali quasi due miliardi di euro, è un diritto della collettività. Scoprire che all’Inps esistono un comitato che si occupa della pesca in acqua dolce e un secondo comitato che si dedica a quella in acqua salata lascia giustamente interdetti. Così come stupisce che l’Alitalia sull’orlo del fallimento potesse permettersi di finanziare un comitato per scegliere i nomi dei nuovi aerei della compagnia.
Una leadership politica forte è la premessa per far funzionare la nostra pubblica amministrazione, cioè per aprirla alla società, al mercato, alla concorrenza. Chi ha ricevuto da parte dei cittadini il compito di governare deve dialogare con tutte le forze sociali, ma non può lasciare che la concertazione si sostituisca alla responsabilità politica delle istituzioni. Altrimenti continueranno a prodursi decisioni irrazionali di cui nessuno è disposto a rendere conto.