Se per l’Istat il tasso di disoccupazione relativo al secondo trimestre dell’anno era pari all’8,5%, per la Cgil il dato “reale” si attesterebbe all’11,5%. L’Osservatorio cig del dipartimento Settori produttivi dell’organizzazione sindacali ha infatti considerato nel calcolo i lavoratori inattivi e in cassa integrazione come “un potenziale di disoccupazione”.
L’osservatorio della Cgil ha anche associato i dati sull’occupazione del secondo trimestre con i rispettivi dati sulla cassa integrazione. Dal rapporto emerge un calo dell’occupazione rispetto a un anno prima di 192.256 unità, con un peggioramento tendenziale dello 0,83%. Il dato peggiora considerando il solo settore industriale, che perde 244.212 lavoratori in un anno (-1,41%).
Secondo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, “se non si interverrà al più presto, il dato sulla disoccupazione che abbiamo calcolato, e che contempla gli inattivi e i cassintegrati, sarà quello vero a tutti gli effetti”. Il governo dovrebbe quindi affrontare due problemi: “Il superamento del tetto di 10mila unità per il pensionamento dei lavoratori in mobilità, giunti ormai a oltre 100mila, e l’estensione e il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per i prossimi due anni”.
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Nella suddivisione per macroaeree dei dati, risulta che al Sud e nelle Isole c’è stato un calo dell’occupazione dell’1,7% in un anno (78.956 lavoratori), con un aumento del 12,7% delle persone in cerca di occupazione (109.516 unità). Infine cresce anche la cassa integrazione (cig) del 40,7% (quasi 32 milioni di ore in più) in un anno.
Il Nord-Ovest perde invece 88.340 lavoratori (-1,69%), con un aumento di 61.549 unità in cerca di lavoro (+15,7%), mentre la cig fa segnare un +58,6% (oltre 105 milioni di ore in più) in un anno.