CGIL – Presentata ieri una riforma degli ammortizzatori sociali: 500mila lavoratori al sicuro in più – Ieri la Cgil ha presentato una proposta di riforma degli ammortizzatori sociali che si pone l’obiettivo di tenere insieme inclusività, equità nella contribuzione e sostenibilità economica. Inoltre il sistema di tutele studiato andrebbe a coprire circa mezzo milione di persone in più rispetto alla situazione attuale: in particolare i giovani, le donne, gli immigrati e chiunque svolga lavori precari e con basse qualifiche. In sintesi, se ora è il 50,4% dei lavoratori a essere tutelato, il dato con questa riforma passerebbe al 73,3%.
La Cgil per questa sua proposta punta tutto sulla semplificazione degli strumenti, prevedendo due istituti, al posto degli attuali sette: la Cassa integrazione guadagni e la Disoccupazione, con aliquote unificate per tutte le qualifiche. Una sola differenziazione resterebbe per le imprese fino a 15 dipendenti (aliquote più basse) e nei settori dell’Edilizia e dell’Industria, in questi due settori le aliquote CIG sono maggiorate. La riforma prevede inoltre, la riduzione dei “modelli di contribuzione”, dai 24 attuali, si arriverebbe a 6.
Sul fronte finanziario, la riforma, che si realizza attraverso un percorso graduale, con l’avvio nel 2012 per arrivare a regime nel 2018, avrebbe un fabbisogno di 13,8 miliardi di euro: 4,2 miliardi di euro netti in più rispetto al sistema attuale, che però verrebbero, completamente, coperti dalle maggiori entrate contributive legate all’estensione della platea di beneficiari.
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Presentando la proposta, Guglielmo Epifani, Segretario Generale della Cgil, ha detto che essa “rientra nell’ambito delle grandi riforme di tutela dei paesi europei”, rispondendo alla necessità di costruzione di “uno strumento universale degli ammortizzatori sociali come negli altri paesi del vecchio continente”, “una riforma che offre maggiori certezze sia alle imprese che ai lavoratori”.
Le aziende, ha spiegato Epifani, “avranno una possibilità di strumenti molto più organica, rispetto a quella attuale e quindi più efficiente rispetto ai cicli produttivi e ai processi riorganizzativi e agli elementi di crisi settoriali e territoriali”. I lavoratori, ha aggiunto Epifani “potranno avvalersi di una logica più inclusiva, e per la disoccupazione e per la riformata strumentazione della Cassa integrazione”.
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