L’avvento di internet ha senza dubbio cambiato molte nostre abitudini, soprattutto nel modo di comunicare e di ricercare le informazioni di cui abbiamo bisogno. E forse, senza nemmeno rendercene conto, ha cambiato anche il modo di presentarsi sul mercato del lavoro. Sono sempre di più gli italiani, infatti, che si iscrivono ai social network dedicati all’attività lavorativa. Un fenomeno importante, come ci spiega Giuseppe Guerra, appassionato conoscitore dei social media e Search & Selection Manager di Gi Research, una delle divisioni di Gi Group.
Dottor Guerra, com’è che siamo arrivati a usare il computer per cercare lavoro?
Fino a 10-15 anni fa la ricerca di lavoro avveniva rispondendo con un fax o una lettera ad annunci pubblicati sui giornali oppure mandando il proprio curriculum vitae all’ufficio del personale di diverse aziende. Poi l’avvento di internet ha portato alla creazione di portali dedicati al lavoro (job site), che sono diventati delle banche dati dove inserire il proprio cv e a cui le imprese o i “cacciatori di teste” possono attingere nel caso di ricerca di personale. Si tratta di una modalità in parte ancora usata oggi, ma pur sempre “statica”. Con i social network siamo invece arrivati all’interazione e alla condivisione di informazioni tra le parti, utile anche nel mondo del lavoro.
Da quanto tempo i social network sono diventati importanti anche per il lavoro?
Si tratta di un fenomeno abbastanza recente. Io ho cominciato a utilizzare LinkedIn, che oggi è il più famoso professional social network, nel 2005, su suggerimento di uno dei candidati che avevo incontrato quando ho iniziato a occuparmi di ricerca e selezione del personale. Allora l’iscrizione avveniva su “invito” e gli italiani presenti erano pochi. Oggi la situazione è ben diversa e in fermento: a febbraio di quest’anno, LinkedIn ha comunicato di aver raggiunto quota 60 milioni di utenti a livello globale, mentre a gennaio del 2009 si era arrivati a 30 milioni. La crescita è stata quindi di circa 80.000 iscritti al giorno.
Quali sono i social network più usati per la ricerca del lavoro?
I professional social network più famosi sono sicuramente LinkedIn, Viadeo e Xing, che sono anche quelli cosiddetti “generalisti”. Ve ne sono infatti alcuni che sono specializzati su temi specifici, come FinRoad, che si occupa solo di finanza, o ASmallWorld che ha utenti che lavorano prevalentemente nel mondo del lusso.
In questa nuova situazione, il curriculum ha ancora una funzione?
Il curriculum resta ancora un documento indispensabile nel confronto diretto tra candidato e selezionatore. Ma quest’ultimo oggi può anche avere utili informazioni sul candidato, se questi è presente sui professional network. Può, per esempio, vedere che contatti ha, magari con colleghi dello stesso settore, e che referenze ha raccolto.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di strumento?
I candidati sono favoriti nella possibilità di rendersi visibili sul mercato, al di là di un documento cartaceo o in formato elettronico sulle proprie esperienze lavorative quale è il curriculum. Possono anche eventualmente trovare il profilo del capo del personale con cui avranno un colloquio e prepararsi di conseguenza. Avere referenze sui professional network può rivelarsi un vantaggio per essere notati. Ma in alcuni casi può rivelarsi uno svantaggio, perché la “raccomandazione” può provenire da una persona ritenuta poco affidabile oppure semplicemente antipatica agli occhi del selezionatore. Lo svantaggio forse più evidente è però relativo alla privacy, che non è così facilmente tutelabile su internet, come dimostra Facebook. Quindi bisogna sempre prestare attenzione a quello che si mette in mostra di sé, a come ci si comporta sulla rete.
Le imprese e le agenzie per il lavoro sono pronte o si stanno attrezzando per questo fenomeno?
Le aziende più grandi sono già più avanti, rispetto a quelle medie e piccole, nell’utilizzo dei social network, in particolare per le attività di marketing. Oggi su LinkedIn c’è una suddivisione per oltre 400 comparti economici e sono migliaia di aziende che si sono registrate con il loro profilo. Alcune hanno sicuramente acquistato lo strumento corporate, che contiene funzioni particolari per compiere delle ricerche mirate sui profili degli utenti e individuare così quelli necessari magari a ricoprire un incarico vacante. Le agenzie per il lavoro, oltre a utilizzare questo strumento, soprattutto per profili qualificati, sono presenti anche su Facebook, per far conoscere le proprie offerte di lavoro (soprattutto per profili non alti o specifici) a un pubblico molto ampio e intercettare così persone che possono candidarsi per quei lavori.
Questi strumenti possono essere utili anche per chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro?
Assolutamente sì. Tengo spesso delle testimonianze in alcuni master universitari e spiego sempre agli studenti che mi fanno questa domanda di cominciare a iscriversi tutti e creare tra di loro una rete, legata proprio al master che hanno frequentato. Infatti, accade spesso che i responsabili del personale cerchino nuove leve tra gli studenti che hanno conseguito un master noto o che loro stessi hanno frequentato. Inoltre vi sono dei gruppi dedicati a una determinata professione. Qui i giovani possono cominciare a prendere contatti, a rendersi visibili e a capire qualcosa di più sul mercato del lavoro legato all’attività che intendono svolgere.
Quali possono essere i tre consigli più importanti nell’utilizzare questi strumenti?
Tracciare un buon profilo ed essere referenziati da un buon numero di contatti aiuta. È poi molto importante non “abbandonare” il proprio profilo o lasciarlo statico. Bisogna frequentarlo spesso e aggiornarlo, partecipando alla vita del network. Questo è utile per continuare a essere informato sull’evoluzione del proprio mercato del lavoro di riferimento.