I disoccupati in tutto il mondo sono 210 milioni, 30 in più rispetto al 2007, prima dello scoppio della crisi, e nel frattempo i salari sono mediamente scesi del 4%. Lo dice l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) in un report preparato in vista del G20 che si terrà l’11 e il 12 novembre.

Secondo il documento, inoltre, in dieci paesi del G20 la disoccupazione è aumentata quest’anno rispetto al 2009, mentre in altri otto è diminuita. In particolare la situazione è stata migliore nei paesi in via di sviluppo. Il report segnala anche che questa recente crescita dei posti di lavoro non è stata comunque sufficiente a invertire il trend negativo registrato durante la crisi economica.



L’analisi dell’Ilo sostiene che i paesi del G20 dovrebbero creare 21 milioni di posti di lavoro l’anno, per i prossimi dieci anni, solo per compensare l’aumento della popolazione attiva.

Altre importanti conclusioni del report sono che: nei 18 paesi di cui si hanno dato sul primo semestre del 2010, i disoccupati sono 70 milioni (15,5 in Europa, 22 nelle altre economie sviluppate, 32,5 nelle economie emergenti); la disoccupazione maschile è salita più di quella femminile; il tasso medio di disoccupazione per i paesi del G20 è al 7,8%, quello giovanile è al 19%; i settori più colpiti sono stati l’industria manifatturiera e le costruzioni.



Secondo il direttore del dipartimento di statistica dell’Ilo, Rafael Diez De Medina, “la disoccupazione non è l’unico problema”, in quanto nelle economie ad alto reddito c’è stata una diminuzione delle ore di lavoro e del tasso di partecipazione della forza lavoro, mentre è cresciuto il numero di lavoratori scoraggiati. Si tratta di una situazione preoccupante perché quest’ultimi “non rientrano nelle cifre della disoccupazione, ma hanno un chiaro impatto sulla coesione sociale”.

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