Ai contratti a progetto si applicano le norme previste le norme dal codice civile sul lavoro autonomo

Per chi ha un contratto a progetto non è prevista l’applicazione dei contratti collettivi che disciplinano il lavoro subordinato né tantomeno il principio costituzionale della retribuzione sufficiente. A tali contratti si applicano le norme del codice civile sul lavoro autonomo, secondo cui lo stipendio percepito è commisurato alla quantità e alla qualità del lavoro effettivamente svolto, tenuto conto dei compensi pattuiti, mediamente, per attività analoghe. E’ quanto emerge da una sentenza del Consiglio di Stato che si è espressa su un contenzioso tra un Comune ed una ditta.



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L’azienda era stata esclusa dalla partecipazione ad un gara d’appalto per la realizzazione di alcuni servizi pubblici perché l’amministrazione aveva ritenuto che i due lavoratori della ditta percepissero uno stipendio inferiore a quello del contratto collettivo dei lavoratori del commercio.



 

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che il rapporto con i lavoratori a progetto è assimilabile a quello autonomo. Restano alcune differenze: nel lavoro a progetto il lavoratore ha meno libertà d’azione e autonomia, dal momento che l’organizzazione del lavoro spetta al committente.

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