“Se al referendum non si raggiunge il 51% dei sì all’accordo con i lavoratori, salta tutto e andiamo altrove”. Parla chiaro Marchionne, l’AD di Fiat a pochissimo dai due giorni in cui i lavoratori di Mirafiori decideranno se accettare la proposta dell’azienda oppure no.
Lo ha fatto ieri al Salone dell’Auto, chiarendo che l’investimento di mille miliardi si farà solo se passa l’accordo con la Fiat. “Fiat ha alternative nel mondo, aspettiamo di vedere cosa succederà giovedì e venerdì e se il referendum non passerà ritorneremo a festeggiare a Detroit” ha aggiunto. Il presidente John Elkann ha aggiunto : “Speriamo che il buon senso prevalga”. Marchionne: “Venerdì scorso – ha detto l’amministratore delegato della Fiat – ero in Canada a Brampton per lanciare il charger della Chrysler. Ci hanno invitato a investire e aumentare la capacità produttiva. C’è un grande senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto là. Stanno aspettando di mettere il terzo turno, trovo geniale che la gente voglia lavorare, fare anche il terzo turno. Lavorare sei giorni alla settimana è una disponibilità incredibile, in Europa questo è un problema, Brampton è una possibilità, ma ce ne sono moltissime altre dappertutto come Sterling Heights”.
E ancora: "In Italia – ha spiegato Marchionne riferendosi a Mirafiori – per ragioni storiche ed ideologiche la gente non si riconosce in questa nuova proposta della Fiat. Io il passato lo conosco e lo capisco. La storia l’ho vissuta ma il problema deve essere adeguato alla realtà di oggi".
Non è responsabilità dice l’amministratore delegato, della Fiat risolvere i problemi sociali, il nostro compito è solo quello di fare automobili e cercare di venderle: "Noi come Fiat possiamo solo creare le condizioni per lo sviluppo. C’è un impegno in questo senso. Comunque per risolvere un problema strutturale di povertà bisognerà pure cominciare a fare". Marchionne ha anche annunciato ieri la salita di Fiat al 25% di Chrysler dicendo che si può puntare anche al 51%.