Dal 30 luglio 2010, il ricongiungimento dei contributi da parte delle pensioni è molto più difficile. E parecchio oneroso. «Si è trattato di un errore. Allo scopo di evitare che le lavoratrici dipendenti del settore pubblico potessero aggirare l’incremento dell’età pensionabile dal 2012,  si è stabilito che tutte le congiunzioni fossero onerose. Anche se si sta già lavorando per porvi rimedio, con una legge bipartisan già approvata dalla Commissione bilancio della Camera», spiega, interpellato da ilSussidiario.net, Giuliano Cazzola, Vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera. Dal momento che l’effetto pratico è difforme da quello previsto dal legislatore, è stata anche presentata una mozione congiunta in Parlamento per correggere il tiro. Sta di fatto che con l’introduzione della legge n. 122 del luglio del 2010 il ricongiungimento, un tempo  gratuito, sortisce effetti decisamente sgradevoli sulla vita lavorativa del cittadino. Che si sommano al fatto che «i lavoratori parasubordinati (contratti a progetto, cessazione del diritto d’autore, ecc… ndr), per ricongiungere la pensione all’Inps e perché i contributi versati in questo periodo siano conteggiati, devono aver lavorato, sotto un tale regime, per almeno tre anni. Si tratta, magari, di precari che per diverso tempo hanno ambito al posto fisso e che rischieranno di vedersi azzerare, a livello contributivo, quegli anni di lavoro parasubordinato se inferiori a tre», è l’opinione di Luca Spataro, docente di Economia presso l’Università degli Studi di Pisa anch’egli raggiunto da ilSussidiario.net. «Eppure – conclude -, il lavoratore a progetto, versa pur sempre all’Inps, anche se in una gestione separata. Ovvero, si tratta sempre di soldi che vanno allo Stato».



Tornando alla questione delle ricongiunzioni, Cazzola spiega: «In passato, erano onerose o gratuite. Le prime erano quelle in cui si passava da un regime meno conveniente a uno più conveniente, come nel caso, ad esempio, di passaggio dall’Inps all’Inpdap o dal fondo pensioni del lavoro artigiano a quello del lavoro dipendente. Le seconde riguardavano, invece, i casi opposti, quelli in cui si passava da regimi più convenienti a regimi meno convenienti». Ora tutto è divenuto oneroso.



«In alcuni fondi particolarmente privilegiati, come quello del contratto dei telefonici, il ricongiungimento ha raggiunto dei costi proibitivi. Si parla di decine di migliaia di euro». Un bel problema dal momento che, laddove un cittadino avesse svolto, nel corso della sua vita, lavori sotto regimi pensionistici diversi, per raggiungere l’età pensionabile (sommando, quindi, gli anni di contributi versati dei diversi lavori che ha svolto) deve fare obbligatoriamente il ricongiungimento. «Vi è sempre – conclude Cazzola – la possibilità della totalizzazione, un particolare calcolo contributivo che, tuttavia, taglia almeno il 20 per cento della pensione».

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