Dal primo gennaio 2012, Fiat ha disposto, comunicandola ai sindacati, la disdetta di tutti gli «accordi sindacali e delle prassi collettive in atto» in tutti gli stabilimenti del gruppo presenti sul suolo italiano. Il Lingotto ha fatto, inoltre, sapere che è disponibile a promuovere incontri con le associazioni dei lavoratori per siglare nuovi accordi che, rispetto agli attuali, siano uguali o migliorativi. Nonostante l’enfasi apparente dell’annuncio, si tratta di una misura tutt’altro che inattesa. «Era un atto che ci aspettavamo; sapevamo che l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, lo avrebbe compiuto. Si tratta, infatti, della logica conseguenza dell’uscita da Confindustria e dal contratto dei metalmeccanici. Un atto formale, quindi» commenta, raggiunto da ilSussidiario.net, Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim Cisl. Sta di fatto che la decisione potrebbe portare ad una drastica modifica degli assetti interni all’azienda. E risultare determinante per le condizioni di vita delle persone che vi lavorano. «Credo – continua – che, a questo punto, occorra fare di necessità virtù. Facendo, cioè, in modo di siglare un contratto migliore di quello in vigore. Che riguardi tutti i lavoratori, ma tenga conto, in maniera flessibile, delle esigenze dei diversi stabilimenti».



Entrando nel dettaglio delle richieste concrete che il sindacato muoverà in sede di trattative, afferma: «Occorre, anzitutto, aumentare le buste paga. A Mirafiori e Pomigliano abbiamo preso voci retributive di vecchi contratti e le abbiamo inserite nella paga base». Il che non ha generato una semplice dilatazione dello stipendio: «l’incremento ha così prodotto un aumento delle retribuzioni per i turni, che vengono calcolate in percentuale sulla paga base. Si è determinato, inoltre, una maggiorazione per le retribuzioni legate agli straordinari, del Tfr e della contribuzione previdenziale». Il sindacato intende perorare un’altra richiesta: «chiederemo che vengano previsti dei premi legati ai risultati di produzione che, a differenza di adesso, siano di entità significativa. Siamo anche convinti della necessità di destinare una quota dei profitti ai lavoratori e non solo agli azionisti».



Ci potranno essere variazioni anche dal punto di vista dell’inquadramento contrattuale: «lo abbiamo modificato a Mirafiori e Pomigliano, rendendolo più moderno; abbiamo cioè ridotto i livelli storici da otto a cinque. In Fiat ci sono da anni 20 mila terzi livelli. Con il nuovo inquadramento, benché non sia automatico, sussistono ora le basi per un passaggi di grado». Resta da capire come la pensano le altre sigle. «La Fiom – spiega – ha già manifestato la sua contrarietà, e sarà difficile fare un accordo con chi, preventivamente, si tira indietro. Con gli altri sindacati, invece, si è già d’accordo per avviare la trattativa».

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