Non ci stanno i sindacati a quella che dovrebbe essere la riforma previdenziale del governo Monti. Blocco dell’adeguamento all’inflazione, innalzamento dei limiti di età pensionabile dopo 40 o anche 43 anni di contributi. Cgile Cisl dichiarano il loro no a queste ipotesi: basta colpire sempre le categorie più deboli, è il contenuto della loro opposizione. Sono misure inaccettabili, spiegano, il contrario esatto dell’equità annunciata dal governo. Naturalmente al momento non esiste nessuna proposta ufficiale dell’esecutivo, solo voci riprese dalla stampa. Dicono infatti i sindacati che “Se fossero vere le notizie anticipate dalla stampa riguardo alle misure sulle pensioni, ci troveremmo di fronte a provvedimenti inaccettabili”. A dirlo è Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil. Questo approccio del governo, continua, se confermato, si dimostrerebbe anche questa volta impostato sulla volontà di fare cassa con le pensioni: la dimostrazione che “il tema giovani viene usato solo strumentalmente, e non per dare risposte effettive”. Verrebbero colpite le fasce più deboli con il blocco del recupero dell’inflazione, aggiunge Gigi Bonfanti della Fnp Cisl che dichiara anche lui il no del suo sindacato a tali ipotesi. Contrari non solo i sindacati. Anche Codacons infatti si dichiara contraria alle ipotesi che stanno circolando in queste ore. Per il presidente Carlo Rienzi, “I provvedimenti allo studio dell’esecutivo, emersi in queste ore, trovano la netta opposizione dei consumatori. Dall’Iva alle pensioni, passando per l’Ici, sono tutte misure che danneggiano il ceto medio-basso, il quale già versa in condizioni pietose, e che determineranno l’ingresso di migliaia di cittadini nella fascia di povertà”. Cosa farà adesso Mario Monti? L’intervento sulle pensioni è tra le richieste più pressanti da parte dell’Unione europea. Un intervento che permetterebbe di recuperare tra i cinque e sei miliardi di euro. Nel piano ancora allo studio si pensa di bloccare il recupero dell’inflazione, niente aumenti in busta cioè, nel 2012 per ogni categoria di pensionati.
E ancora: la revisione delle aliquote per eliminare le differenze fra le varie categorie. Quindi gli anni necessari alla riscossione della pensione: sarebbero 40 o forse 43 con aumento quindi della soglia minima dei contributi.