La discussione sull’abolizione dell’articolo 18 riaccende il dibattito politico, quantomeno all’interno della sinistra e in particolare del Partito democratico. È di poco fa una dichiarazione veemente del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in cui si avvisa a chiare lettere a non pensare nemmeno di toccare l’articolo 18 e con esso le norme a tutela dei licenziamenti. Cambiano i governi, dunque, e il dibattito sull’argomento permane. Il fatto è che però all’interno dello stesso Pd si alzano voci contrarie, voci che aprono se non a un’abolizione ad alcuni cambiamenti in merito.
Per Bersani, che dunque si schiera apertamente dalla parte dei sindacati, toccare l’articolo 18 sarebbe “roba da matti”: “Il problema oggi è entrare nel mondo del lavoro non uscirne. Il governo lo capirà, lo dovrà capire, altrimenti…” ha aggiunto lanciando minacce più o meno velate. Tra chi si dissocia o invoca invece un cambiamento in materia, esponenti del Pd come Pietro Ichino e l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino. IlSussidiario.net ha chiesto di commentare la situazione a Emanuele Macaluso, storico esponente del Partito comunista e oggi direttore de Il Riformista. “Credo che siamo davanti a una discussione piuttosto artificiosa” ha detto, a proposito del dibattito sull’articolo 18. “Mi sembra che con tutti i problemi che abbiamo davanti per quel che riguarda il mondo del lavoro questa storia dell’articolo 18 non sia la più rilevante”. Secondo Macaluso, infatti, “non è così, i problemi sono altri e molto più consistenti e riguardano ad esempio la riorganizzazione del mercato del lavoro, il sistema pensionistico, la contrattazione e altri ancora”. Chiediamo a Emanuele Macaluso allora perché tanta foga nella discussione ogni qualvolta si tocca l’argomento articolo 18: “L’articolo 18” spiega “è diventata una bandiera per l’una e l’altra parte: per quelli che dicono di qui non si passa e una bandiera per chi dice no da qui dobbiamo passare. Mi sembra una guerriglia artificiosa, anche perché come ho detto in svariati miei articoli compreso l’editoriale di oggi de Il Riformista l’unica persona che ha fatto delle proposte su questo tema, Pietro Ichino, ha detto no per tutto quello che riguarda i licenziamenti per rappresaglia. Lo ha detto in modo chiarissimo: quella norma deve rimanere e deve essere estesa a tutti quelli che non ce l’hanno e cioè i precari”. Macaluso è molto chiaro su questo tema, un’autentica salvaguardia cioè dei diritti del lavoratore: “Il problema vero sono invece i licenziamenti per motivi economici che stanno avvenendo di continuo. L’Italia è piena da questo punto di vista, perché quando un’azienda non va più puoi avere dieci leggi a protezione del lavoratore, ma quando l’azienda chiude, chiude e se ne va lasciando i lavoratori a casa”.
In conclusione, “a me pare che questa storia dell’articolo 18 sia molto gonfiata che non fa vedere tutti gli altri problemi che sono molto più seri e molto più gravi, su cui bisogna riflettere. Sono queste invece guerriglie tipiche che si fanno in Italia da parte di certi gruppi della sinistra e di destra, guerriglie mortificanti”.
Chiediamo a Macaluso, da uomo di sinistra, quale sia secondo lui all’interno del Partito democratico lo schieramento maggioritario sull’articolo 18: “Io non sono del Partito democratico, non ho il polso della situazione reale, ma a occhio e croce che l’area di Bersani, quella che fa riferimento ai sindacati, sia quella maggioritaria all’interno del partito”.