La manifestazione dei sindacati di oggi davanti a Montecitorio sta già sortendo alcuni effetti nel mondo politico italiano. Il tema più caldo resta quello delle pensioni. Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, ha infatti detto che il governo non può considerare chiuso l’argomento dopo l’approvazione della manovra. E in effetti erano in molti ad aspettarsi degli ulteriori provvedimenti sull’argomento nel Decreto Milleproroghe su cui il governo ha cominciato a lavorare ieri. Un testo definitivo ancora non c’è, e pare arriverà solamente nella prossima settimana, ma erano annunciati maggiori dettagli circa la riduzione dei disincentivi per chi fosse andato in pensione prima dei 62 anni di età, pur avendo accumulato già 42 anni e un mese di contributi (41 anni e un mese nel caso delle donne). Inoltre, ci si attendono iniziative per i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno cominciato a lavorare molto presto, a 15 o 16 anni, e che quindi si troveranno ad avere accumulato gli anni di contributi necessari, anche se con un’età anagrafica magari inferiore ai 60 anni. Interventi che sembra sollecitare Stefano Fassina, responsabile Economia e lavoro del Partito democratico che avverte il governo di dare ascolto alle organizzazioni sindacali, che rappresentano oltre 10 milioni di italiani. In tema di pensioni, anche Fassina ritiene che non ci si possa fermare a quanto fatto finora dal governo, in particolare per quel che riguarda le penalizzazioni dei lavoratori che hanno cominciato a lavorare prima dei 18 anni, e per quel che riguarda l’intervento “brutale” sulle quote per le pensioni di anzianità.



Reazione totalmente diversa si è invece avuta da Fabrizio Cicchitto, Capogruppo alla Camera del Popolo della libertà, che in una nota ha fatto sapere che a suo modo di vedere i sindacati non stanno dando alcun contributo costruttivo, si comportano come un cartello dei “no” e tengono una sorta di linea greca, con un chiaro riferimento alle proteste dei cittadini greci che rifiutano sacrifici nonostante la situazione drammatica dei conti pubblici del proprio Paese.



Fassina ha voluto anche rispondere a Cicchitto, chiedendogli di avere più rispetto per chi si mobilita per dare voce a chi è stato sempre colpito anche dal governo Berlusconi. Quanto al paragone con la situazione greca, il parlamentare del Pd ha spiegato che se ora l’Italia rischia è colpa dell’ex Premier che l’ha condotta per tre anni e mezzo verso il baratro.

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