Prima del Consiglio dei ministri, domani il Presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrerà le parti sociali per illustrare la manovra che il Governo si appresta a varare per confermare il pareggio di bilancio nel 2013. All’incontro con il Premier parteciperà anche Luigi Angeletti, Segretario generale della Uil, che abbiamo raggiunto per raccogliere un suo parere sui temi che con tutta probabilità saranno al centro dei provvedimenti dell’esecutivo.



Iniziamo dalle pensioni. Quali sono gli aspetti che ritenete inaccettabili e su cosa invece siete pronti al confronto?

Sono principalmente due le cose che riteniamo profondamente ingiuste e su cui non possiamo transigere. La prima riguarda la possibilità di non rivalutare le pensioni al tasso di inflazione, che riteniamo un’ipotesi inaccettabile. La seconda riguarda il fatto che non si può chiedere a una persona di lavorare più di 40 anni (che di fatto con le finestre mobili diventano 41). È un’altra questione su cui non può esserci compromesso. Si può invece discutere su incentivi e disincentivi per lasciare scegliere alla persona se continuare a lavorare o andare in pensione prima.



Un punto che sembra certo è il passaggio al sistema contributivo pro-rata. Che ne pensa? Ci saranno aspetti postivi o anche negativi?

Bisogna stare attenti su questo punto. È opportuna una flessibilità in uscita, ma bisogna fare attenzione, perché non tutti gli aspetti possono essere positivi. È un discorso molto tecnico, da prendere con le molle.

Per le pensioni di anzianità si parla di introdurre un sistema con “quota 100”, cifra che si dovrebbe ottenere sommando l’età anagrafica agli anni di contributi. Cosa ne pensa?

Non si può coniugare il meccanismo delle quote con quello del “pro-rata”, perché sarebbe contraddittorio.



Lei ha detto già che ritiene inaccettabile il blocco dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni. Perché?

Assomiglia moltissimo a una porcheria. E non mi faccia fare altri paragoni. È un fatto che non sta né in cielo, né in terra. Siamo già di fronte a una manovra recessiva, ci manca solo di andare a colpire quello che è l’adeguamento delle pensioni all’inflazione.

Su tutto questa tema delle pensioni, come imposterete la trattativa di domani?

Ma lei pensa proprio che ci sarà una trattativa? Staremo a vedere. In tutti i casi quello che noi vogliamo ottenere è un sistema uguale per tutti, una regola uguale per tutti. E ritorno a ripetere che la soglia dei 40 anni di contributi non può essere messa in discussione.

 

Ampliando il discorso al resto dei provvedimenti, c’è anche l’ipotesi di aumentare l’Iva in cambio di una riduzione degli oneri del lavoro, anche se forse più a vantaggio delle imprese che dei lavoratori. Cosa ne pensa?

 

Stiamo parlando di manovre che sono recessive per loro natura. Come può avvenire una crescita senza alti salari? Come si aumentano i consumi? Alla fine per chi lavorano le aziende e per quale ragione fabbricano prodotti? Il problema è oggi quello di avere buste-paga più pesanti. Quindi va bene un aumento dell’Iva, ma solo se compensato con aumenti dei salari, altrimenti noi possiamo solo puntare sull’export, che già sta andando bene. Il problema che si pone oggi è il disagio interno che vivono famiglie, lavoratori, cittadini italiani in generale. Diminuire il costo del lavoro, agevolando le imprese, al momento non mi sembra la soluzione più adatta. Fermo restando che in linea di massima sono d’accordo sul fatto di agevolare le imprese.

 

Alla fine il Governo interverrà anche sul mercato del lavoro. Lei pensa che si troverà un consenso anche sulla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori?

 

Credo che di riforma del mercato del lavoro non se ne parlerà.

 

Perché?

 

Semplicemente, perché lo so.

 

(Gianluigi Da Rold)

Leggi anche

SINDACATI vs IMPRESE/ Se Cgil, Cisl e Uil non si sono (ancora) accorti della crisiSINDACATI E POLITICA/ Così il Recovery può aiutare l'occupazione in ItaliaAMAZON USA, NO AL SINDACATO/ La sfida della rappresentanza nel capitalismo Big Tech