Carmine Fotina illustra su Il Sole 24 Ore le condizioni che Marchionne ha posto perché la Fiat rimanga in Italia.
Il Sole 24 Ore, con un articolo firmato da Carmine Fotina e intitolato “Fiat in Italia, a certe condizioni”, pone l’accento sulle richieste avanzate da Marchionne, ieri in audizione alla Camera, perché la dirigenza del Lingotto non traslochi altrove. In particolare, quando anche Chrysler sarà quotata i borsa, aveva detto ieri Marchionne, si verificherà un problema di governance.
La scelta della sede legale, quindi, sarà condizionata da alcuni elementi di fondo come «il grado di accesso ai mercati finanziari e un ambiente favorevole allo sviluppo del progetto Fabbrica Italia». Marchionne, ieri, ha ribadito che «nessuno, in buona fede, può guardare la Fiat negli occhi e accusarla di comportamento scorretti, di vivere alle spalle dello stato o di voler abbandonare il Paese».
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Tuttavia, è necessario che si realizzino «le condizioni del nostro piano allora il nostro paese sarà nella posizione di mantenere la sede legale», ha detto Marchionne. Altro punto fondamentale, specie in merito ai recenti accordi di Mirafiori e Pomigliano, è «la governabilità degli stabilimenti e il rispetto degli accordi». In un altro passaggio decisivo, Marchionne precisa: «Se ora mi chiedete se e come il nostro progetto potrà continuare, vi rispondo che la volontà della Fiat c’è, ma non possiamo metter a rischio i nostri investimenti».
Il riferimento, oltre che a Pomigliano e a Mirafiori, è lo stabilimento del Sevel, in Abruzzo,dove «un solo sindacato – spiega Fotina – ha sì a un accordo che nel 1985 è stato firmato da tutte le organizzazioni»