Tra le la misure previste dalla bozza di Sacconi in materia di conciliazione famiglia-lavoro, l’introduzione di orari modulati in base alle esigenze dei neogenitori.

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha presentato una bozza sulle linee guida per agevolare la conciliazione della vita lavorativa con quella familiare. Tra le misure previste, la detassazione del 10 per cento per quegli accordi che tengano in considerazione le esigenze del nucleo famigliare e che propongano, ad esempio, modalità lavorative flessibili come il part-time, il telelavoro, il lavoro intermittente e il lavoro ripartito. L’intenzione del ministro è, inoltre, quella di introdurre «orari di lavoro modulati su base semestrale o annuale a fronte di impegni contrattuali per la conciliazione».



Il documento, poi, fa presente che «le politiche aziendali di conciliazione possono beneficiare delle misure fiscali di detassazione del salario di produttività». Presente anche la possibilità di trasformare temporaneamente il rapporto di lavoro a tempo pieno in tempo parziale, per i primi 5 anni di vita del bambino o in caso di particolari esigenze di cura per genitori o altri familiari.



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Il testo prende, poi, in considerazione la possibilità di utilizzo dei permessi accantonati in flessibilità individuale o banca delle ore, di concordare il proprio datore «diverse modalità di espletamento temporaneo» del lavoro nel caso di infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado. e dio concedere permessi non retribuiti in caso di malattia del figlio entro i primi otto anni di età. Tra le proposte della bozza, anche «l’impegno, al rientro dalla maternità, di assegnare la lavoratrice alle stesse mansioni, ovvero a mansioni che non vanifichino la professionalità e l’esperienza acquisite dalla lavoratrice».



 

Sacconi, a margine del tavolo convocato al ministero del Welfare su conciliazione e regimi contrattuali degli orari di lavoro ha dichiarato: «Proponiamo una base di discussione alle parti sociali, affinché su di essa si esercitino per trovare l’intesa. Spero che il 7 marzo, giorno emblematico perché precedente all’8 marzo, ci possa essere un’intesa tra di esse per promuovere diffusamente forme di flessibilità dell’orario di lavoro».