Nel mese di febbraio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto a gennaio ed è aumento del 2,1% in un anno. Lo ha comunicato oggi l’Istat. L’aumento registrato è comunque inferiore all’inflazione, che si è attestata al 2,4%.

I settori che presentano gli incrementi tendenziali più elevati sono edilizia (+4,6%), militari e difesa (+4,3%) e forze dell’ordine (+4%), mentre Ministeri, scuola, attività dei vigili del fuoco registrano le variazioni più contenute (+0,6% per tutti i settori).



L’indice orario delle retribuzioni contrattuali a gennaio era aumentato in termini congiunturali dello 0,8%, per effetto dell’applicazione di numerose clausole contrattuali. Nel mese di febbraio gli adeguamenti sono, invece, molto circoscritti e il valore dell’indice è rimasto invariato.

L’indice delle retribuzioni orarie contrattuali per l’intera economia, proiettato per tutto l’anno sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di febbraio 2011, registrerebbe nel 2011 un incremento dell’1,7%. Con riferimento al semestre marzo-agosto, in assenza di rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell’indice generale diminuirebbe progressivamente dal 2% di marzo all’1,6% di agosto.



A seguito dei rinnovi e delle scadenze registrate nel mese di gennaio, nell’insieme dell‘economia la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 52,9%, con un deciso incremento rispetto a dicembre 2010, quando erano il 37,2%. A febbraio la quota presenta una lieve diminuzione (52,6%). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto a gennaio 2011 sono in media 10, in riduzione rispetto a dicembre 2010, quando erano 14,5. A febbraio 2011 si osserva un aumento di questo indicatore sia rispetto al mese precedente (10,8 mesi) sia riguardo a febbraio 2010 (7,0 mesi). L’attesa media distribuita sul totale dei dipendenti a febbraio 2011 è di 5,7 mesi, con un lieve incremento, rispetto a gennaio (5,3 mesi) e significativo rispetto a un anno prima (3,1 mesi).