Sabato 9 aprile, in tantissime piazze italiane, hanno manifestato migliaia di giovani sotto lo slogan “Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta”. Un’agitazione indetta per protestare contro il precariato e la mancanza di diritti per un’intera generazione, in particolare quello allo studio, alla casa, al reddito, alla salute, alla possibilità di realizzare la propria felicità affettiva.
La manifestazione è stata indetta da alcune associazioni di precari e ha avuto l’appoggio della Cgil, il cui segretario generale, Susanna Camusso, ha sfilato in testa al corteo a Roma. Sostegno è arrivato anche dal Partito democratico, con la presenza anche di Rosy Bindi, e da Sinistra ecologia e libertà, il cui leader Nichi Vendola era in piazza.
Secondo un’indagine della Cgia di Mestre, i precari in Italia sono quasi 4 milioni (precisamente 3.941.400), il 56% circa è occupato nelle Regioni del Centro Sud. Questi lavoratori sono concentrati soprattutto nel settore della ristorazione, degli alberghi e nei servizi pubblici e sociali. Tra gli under 35 il livello retributivo mensile netto è di 1.068 euro, un importo inferiore del 25,3% rispetto a quanto percepisce un lavoratore che svolge le stesse mansioni assunto, però, con un contratto a tempo indeterminato.