La Fiom, all’ex Bertone di Torino, voterà sì all’accordo per l’investimento nonostante non lo condivida per nulla. Dopo di che, i delegati si dimetteranno dal loro incarico.

La Fiom, voterà sì all’accordo per l’uvestimento all’ex Bertone di Torino. Nel corso dell’assemblea precedente al referendum, i delegati hanno dato l’indicazione. «Non ci faremo dividere tra quelli che vogliono lavorare e quelli che vogliono difendere i diritti perché questa battaglia l’abbiamo iniziata tutti insieme e tutti insieme la vogliamo portare avanti», è stato il commento del delegato Fiom Pino Viola «Non permetteremo a nessuno, tanto meno all’azienda, di scaricare su di noi la responsabilità di non fare l’investimento». Secondo il delegato «questo referendum non è libero, è un ricatto e sarebbe stato troppo facile scaricare sui lavoratori la responsabilità di un eventuale vittoria del no». Paradossalmente, quindi, la Fiom vota  l’accordo pur non condividendolo. «Non c’è stata trattativa, ai lavoratori della ex Bertone viene chiesto di votare un accordo di contratto nazionale di primo livello siglato il 29 dicembre scorso da Sim, Uilm, Fismic, Ugl e Unione Quadri che in nessun’altra realtà è stato votato». 



In seguito al referendum, che con ogni probabilità vedrà la vittoria del sì, i delegati sindacali hanno fatto sapere che si dimetteranno, dal momento che non sono riusciti a rispettare il mandato di ottenere un buon accordo, per poi indire nuove elezioni interne. «Quella dei delegati è una risposta straordinaria Il ricatto era doppio in quanto Marchionne ha detto chiaramente che, oltre a non fare l’investimento, avrebbe restituito l’azienda all’amministrazione straordinaria», è stato il commento del segretario Fiom Landini.



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