L’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, porta a casa un altro risultato di grande prestigio. La casa di Torino infatti è diventata proprietaria del 52% delle quote Chrysler e lo stabilimento, dopo una durissima crisi, sembra aver superato ogni emergenza e tornare a un bilancio positivo. Ma quel che più conta, a salvare posti di lavoro. Lo stesso presidente americano Obama si è congratulato con Marchionne visitando insieme a lui gli stabilimenti di Detroit. Per Marchionne, l’esempio americano deve essere letto in modo positivo dall’Italia. Anche se lì, dice, ci fanno i complimenti, mentre in Italia ci insultano. Deve cambiare l’atteggiamento italiano, aggiunge, se vogliamo che quello che è successo negli usa possa succedere anche qui da noi. Alle parole di Marchionne, ha risposto il ministro del lavoro e delle politiche sociali Maruzio Sacconi, dicendo che alle strategie di Fiat “in Italia si oppongono, in una non originale sintonia, il sindacato conservatore, settori ideologizzati della magistratura e ambienti delle borghesie bancarie. Una alleanza minoritaria che in Italia più volte ha rallentato il progresso”. Per quanto riguarda la sede Fiat, marchiane rassicura che non c’è alcuna intenzione di trasferirla da Torino a Detroit.
Per quanto riguarda la svolta positiva del mercato automobilistico segnalata nel mese di maggio con l’aumento delle vendite di automobile, Marchionne fa notare che si tratta solo di una inversione di tendenza perché il mercato non è ancora sano. Parlando della scelta di arrivare a detenere il 100% del capitale della Chrysler, Marchionne ha detto che la Fiat ha offerto 125 milioni di dollari al governo canadese per l’acquisto della sua quota, pari all’1,7%.