Ricorso Fiat, l’azienda torinese ottiene il riconoscimento del ricorso .E’ l’episodio che riguarda i tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi (Gianni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli) che furono licenziati circa un anno fa per aver bloccato con un carrello la produzione del turno di notte dello stabilimento con uno sciopero. La decisione di Fiat suscitò grandi polemiche, manifestazioni, contrasti molto duri tra le parti in causa. Immediatamente dopo il licenziamento, poi, il giudice Emilio Minio aveva fatto reintegrare i tre dipendenti causando la risposta di Fiat che aveva fatto ricorso. Lo stesso Marchionne si era pronunciato duramente contro la sentenza. Adesso cambia tutto: il giudice Palama ha accolto il ricorso della azienda torinese, considerando legittimi i tre licenziamenti e giudicando altresì che il comportamento di Fiat non sia stato “antisindacale”. I tre operai adesso a loro volta hanno promesso ricorso: impugneranno in appello la sentenza. Il commento dei legali della Fiat: “È stata appurata la verità, dopo un anno di istruttoria e 26 testimoni ascoltati. Soprattutto è stato detto che la Sata non ha mai posto in essere comportamenti persecutori e antisindacali nei confronti della Fiom-Cgil”. Nonostante il reintegro deciso dal giudice, la Fiat aveva comunicato ai tre operai che non avrebbe fatto uso della loro manodopera: i tre hanno passato l’ultimo anno invece che a lavorare in una sala sindacale all’interno dello stabilimento.
I tre operai avevano anche scritto una lettera al capo dello Stato il quale aveva risposto personalmente chiedendo alle parti un confronto serio e pacato. All’annuncio del annuiva sentenza si è verificato qualche attimo di tensione davanti agli stabilimenti Fiat, diversi operai hanno improvvisato cori contro i legali Fiat al grido di “Vergogna”.