L’Inps ha comunicato oggi i dati sull’utilizzo della cassa integrazione guadagni (cig) nel mese di giugno, che ha registrato un calo del 20,1% in un mese, passando da 103,2 milioni di ore a 82,4 milioni. La diminuzione tendenziale è analoga, dato che il dato di giugno 2010 era di 103,1 milioni di ore.
A giugno sono state autorizzate 18,7 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria (cigo), 33,7 milioni di cassa integrazione straordinaria (cigs) e 30 milioni di cassa integrazione in deroga (cigd). Rispettivamente il calo congiunturale è stato del 5,9%, del 34,7% e del 5,4%. Anche la diminuzione tendenziale riguarda tutte le tipologie di cassa: -31,4% per la cigo, -6,1% per la cigs, -24,9% per la cigd.
L’Inps fa anche sapere che la flessione nelle richieste di cassa integrazione si conferma anche nel primo semestre del 2011: le domande si sono fermate a 511,1 milioni, registrando un calo del 19,3% rispetto ai primi sei mesi del 2010.
Nel Nord-ovest e al Sud si segnalano i più decisivi segni di calo delle richieste di cig (rispettivamente -25% e -22,3% rispetto a maggio 2011). Per quanto riguarda i settori produttivi il segnale più forte di rientro dalle domande di cig proviene dall’industria che segnala un -21,6% rispetto a maggio 2011.
«Il segnale è univoco e forte – commenta il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua – sia rispetto al mese precedente, sia rispetto all’anno scorso, le richieste di cassa integrazione sono sensibilmente diminuite nel mese di giugno. Il dato è coerente con la ripresa del pagamento dei contributi da parte delle aziende. È ripresa l’attività produttiva. Solo il monitoraggio successivo potrà dirci se si tratta di un segnale continuo».
«La caduta della cassa integrazione è molto significativa e conferma che è in atto la ripresa, per quanto selettiva, che riguarda alcune aziende e purtroppo non altre», ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, commentando i dati diffusi dall’Inps.
«La Cig cala, e questo è un bene, ma siamo davvero certi che questo significa reimpiego per tutti quei lavoratori?», è invece il commento del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che ricorda che «la fine della Cig significa anche restrizione della base occupazionale come conferma anche la ripresa della disoccupazione».