Un anno fa era stato lo spot della Chrysler 200, con protagonista il rapper Eminem, a risvegliare il patriottismo automobilistico americano. Oggi è Fiat a provare a convincere gli italiani ad acquistare la nuova Panda con lo slogan “Questa è l’Italia che piace”. La differenza tra le due pubblicità è però abissale, nonostante a guidare i due marchi sia la stessa persona: Sergio Marchionne. Per la berlina americana era stato acquistato uno spazio pubblicitario durante la seguitissima finale del Superbowl: 9 milioni di dollari per 2 minuti. Senza dimenticare il cachet del cantante, scelto anche perché cresciuto a Detroit, città simbolo dell’industria automobilistica americana, oltre che della sede di Chrysler. In questo senso, lo slogan scelto era formidabile: “Imported from Detroit”. Senza dimenticare le uniche parole pronunciate da Eminem nello spot: “Questa è la città dei motori e questo è ciò che facciamo”. Insomma, un po’ di sano patriottismo in un’America ancora afflitta dalla crisi e con un’industria dell’auto che stava iniziando a risorgere dalle sue ceneri, dopo aver rischiato seriamente il tracollo. Per l’utilitaria italiana, appena rientrata dalla Polonia, nessuno spazio pubblicitario eclatante, nessun testimonial, ma lo stesso tentativo di far leva sull’amore per la propria Patria (come ha già fatto Unicredit per reclamizzare il suo aumento di capitale). Novanta secondi in cui si mischiano le immagini del tricolore (persino nello spazio) con gli scorci paesaggistici della Campania (Vesuvio compreso), un bel piatto di pasta e gli operai di Pomigliano d’Arco al lavoro sulle linee produttive della nuova Panda. “Talento”, “passione”, “creatività”, “ma soprattutto la voglia di costruire una cosa ben fatta”, sono le parole enfatizzate nello spot, il quale ricorda che “le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo”. È significativo che il nuovo spot della Fiat – un po’ meno scherzoso dei precedenti (come quello per la Punto 2012 o quelli con protagonisti Luca e Paolo) – ponga tanta enfasi sull’auto che dovrebbe segnare la riscossa della produzione italiana di automobili. Pomigliano d’Arco è il primo tassello completamente funzionante del famoso progetto “Fabbrica Italia” di Marchionne che dovrebbe rendere più produttiva e competitiva l’industria del Bel Paese. Lo stabilimento campano è stato infatti il primo dove è stato approvato con referendum e si è poi applicato il nuovo contratto tanto osteggiato da una parte del sindacato.
Certo stupisce il fatto che, a differenza dello spot americano, non si sia dato spazio alla città sede del costruttore. Stupisce altresì la scelta di un modello di segmento basso per rappresentare l’Italia. Se dovessimo dar retta letteralmente allo slogan dello spot (“le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo”) dovremmo pensare che vadano abbandonati lusso, design e motoristica sportiva, decisamente poco presenti sull’auto pubblicizzata. Insomma, auguriamoci di poter vedere tra qualche anno lo spot di una berlina Fiat che possa rendere gli italiani un po’ più orgogliosi. Sperando che non si tratti della Lancia Flavia, ovvero della Chrysler 200 riadattata per il mercato europeo.