Il gruppo Fiat dovrà assumere 145 lavoratori della Fiom nello stabilimento di Pomigliano D’Arco. Lo ha stabilito la Corte d’appello di Roma, respingendo il ricorso del Lingotto e dando ragione al sindacato dei metalmeccanici Cgil. Lo scorso 21 giugno il Tribunale di Roma aveva già condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano, disponendo anche in quel caso che 145 lavoratori con la tessera del sindacato guidato da Landini venissero assunti nella fabbrica. Alla data della costituzione in giudizio alla fine di maggio, però, su 2.093 assunti nessuno risultava iscritto alla Fiom. Successivamente, nel mese di agosto, la Corte d’appello aveva giudicato “inammissibile” la richiesta della Fiat di sospendere l’ordinanza di assunzione per i 145 iscritti alla Fiom riconoscendo una discriminazione ai danni del sindacato. “Si tratta della terza condanna”, ha dichiarato il sindacato, considerando quindi anche l’altro ricorso presentato da Fiat, che aveva chiesto la sospensione della sentenza per evitare che l’obbligo di assumere 145 lavoratori Fiom fosse immediatamente esecutivo. Nel corso della conferenza stampa tenutasi stamattina a Salerno, prima dell’inizio dei lavori del consiglio generale della Cisl Campania, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha fatto sapere che “Marchionne ci ha assicurato che nessuna fabbrica chiuderà in Italia. Ci incontreremo di nuovo il prossimo 29 ottobre”. Un incontro, ha aggiunto, per consultare il programma “che la Fiat intende portare avanti opificio per opificio”. Sembra infatti che lo staff del Lingotto sia pronto a presentare un dossier che chiarirà costi e benefici di oltre sessanta ipotesi di intervento. Il mosaico che si andrà a delineare dovrà quindi indicare i nuovi modelli che la Fiat intende proporre e le prime direttive strategiche sul riposizionamento del marchio in un mercato europeo in profonda crisi. Solo pochi giorni fa, inoltre, l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, ha dichiarato che nessun stabilimento italiano della Fiat chiuderà i battenti.
Questo, secondo Bonanni, “per noi è un fatto positivo”, anche alla luce “delle notizie che giungono da altre fabbriche costruttrici di automobili europee che chiuderanno parecchi opifici nel continente. Ritengo che in questo momento bisogna lavorare molto di più sui fronti dell’innovazione e della ricerca”.