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Le attuali opportunità di utilizzo dell’apprendistato professionalizzante costituiscono indubbiamente una delle note più positive emerse dalla Riforma Fornero. E’ interessante, a questo proposito, notare come, in un momento di chiara difficoltà per il nostro Paese, si sia riusciti, almeno per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, ad individuare con l’apprendistato una strada capace di mettere d’accordo tutte le parti in causa: una soluzione positiva, ottenuta non semplicemente limitando eventuali utilizzi distorti degli strumenti esistenti, ma piuttosto individuando una via maestra ed orientando al suo utilizzo attraverso adeguati incentivi normativi ed economici.



E questo, paradossalmente, modificando solo in minima parte, ed anzi raccogliendo l’eredità di quanto fatto dai precedenti governi, grazie ai quali vi erano già stati interventi preziosi come la semplificazione della materia – ottenuta con il Testo Unico – per proseguire con un’azione sui costi, giungendo poi, oggi, ad introdurre la possibilità di utilizzare, grazie alla recente Riforma, l’apprendistato in somministrazione.  In tal modo, da un lato, si sono limitati gli utilizzi fuorvianti dell’apprendistato, ma dall’altro, soprattutto, si è provveduto ad indicarne le possibilità virtuose, così che lavoratori, aziende ed Agenzie per il Lavoro siano posti nelle condizioni di far proprio e conferire rinnovato slancio a questo strumento, che si configura come l’autentica strada maestra per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.



Date queste premesse, è ora più facile ipotizzare che l’apprendistato sarà in grado, nei prossimi mesi, di diffondersi capillarmente in molte delle nostre aziende.

La normativa in sé, tuttavia, non basta: ora il compito di utilizzarne al meglio le opportunità esistenti è nelle mani degli operatori, chiamati in prima persona a dare il proprio contributo per il successo dell’apprendistato.

E di lavoro da fare, per superare l’errata concezione che vedeva nell’apprendistato un contratto flessibile e a basso costo, ce n’è davvero moltissimo. In realtà, è vero che questo istituto consente una riduzione dei costi, ma a condizione che si decida di investire una parte delle risorse in attività formative. Non è invece corretto pensare che l’apprendistato costituisca un elemento di flessibilità lavorativa – per la quale esistono altri strumenti ad hoc – tanto che esso è invece finalizzato ad un reciproco impegno azienda-lavoratore di medio-lungo termine, fino all’inserimento in azienda a tempo indeterminato della persona.



Proprio per favorire questo passaggio di concezione e di uso più adeguato allo scopo, riteniamo che le Agenzie per il Lavoro potranno svolgere un compito di importanza sempre maggiore, contribuendo così alla creazione di figure professionali competenti, di valore, e per questo sempre più reimpiegabili. Come? Innanzitutto, l’intervento delle Agenzie può contribuire a diffondere in modo significativo, attraverso le reti commerciali di cui dispongono, l’importanza dell’apprendistato, sgravando altresì le imprese da compiti non core – quali le pratiche amministrative –, educandole ad un utilizzo della formazione più adeguato, e supportandole nella costruzione di percorsi di formazione legati al posto di lavoro ed in grado di generare valore in azienda. In secondo luogo, evolvendo esse stesse verso un ruolo più attivo nel farsi carico dello sviluppo della professionalità della persona, attraverso i rapporti di lavoro flessibili di cui le aziende hanno bisogno. Va sottolineato che ciò sarà tanto più possibile, quanto più queste saranno in grado di gestire i percorsi di sviluppo degli apprendisti. Da ultimo – ma non per questo meno decisivo – se le Agenzie sapranno interpretare correttamente il proprio ruolo di intermediari e di infrastrutture competenti sul territorio, potranno fornire un contributo insostituibile alle persone per la costruzione della propria occupabilità.

Molto importante per la sana crescita della diffusione dell’apprendistato è certamente anche l’emendamento del decreto sviluppo che ha introdotto una causale specifica per la somministrazione a tempo indeterminato (cd. staff leasing) di apprendisti in tutti i settori produttivi, riconoscendo finalmente il ruolo decisivo delle Agenzie per il Lavoro e dando loro la possibilità di supportare le aziende clienti nell’utilizzo di questo strumento.

Con questa enorme opportunità si apre oggi la sfida: la strada maestra, ora, esiste ed è percorribile. Quello che si poteva fare, a livello istituzionale e delle parti sociali, si è fatto.  Ciò che ora va dunque verificato è la capacità della comunità economica di interpretare in modo positivo questo istituto, in funzione di uno sviluppo qualitativo del mercato del lavoro. Riteniamo, infatti, che a queste condizioni l’apprendistato potrà rappresentare non solo uno strumento trasparente e rigoroso, non solo una forma di rapporto lavorativo equo tra le parti, ma anche, e soprattutto, un indispensabile driver in grado di favorire la crescita dei nostri giovani e la competitività delle nostre imprese.

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